Potenziare le attuali strutture protette, anche con nuove figure professionali, e introdurre un sistema di allerta che permetta alle donne vittime di violenza di rivolgersi a farmacie o altri luoghi dedicati per chiedere aiuto. Ma anche creare dei sistemi per l'accoglienza e il trattamento preventivo dei potenziali autori di violenze. Il Gran Consiglio, nella seduta di martedì, ha approvato con 69 voti favorevoli, 7 astenuti e nessun contrario, un rapporto della commissione sanità e sicurezza sociale, che propone una serie di passi avanti sul tema della lotta alla violenza domestica.
Il documento, scaturito da tre mozioni - due presentate da Angelica Lepori Sergi e cofirmatari per MPS-POP-Indipendenti, e una da Massimiliano Ay, ha raccolto un sostegno trasversale in aula. PLR, Lega, PPD, Verdi e Più donne hanno sottolineato l'importanza di affrontare il problema della violenza domestica, definito in alcuni casi "una piaga dilagante" e "una vera e propria emergenza". Tiziano Galeazzi (UDC), ha precisato che "ci sono anche uomini che subiscono violenze" e che il suo partito vigilerà anche "sui costi" delle misure perché "siano ragionevoli".
Violenza di genere: le dichiarazioni della relatrice del rapporto
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La relatrice del rapporto, Gina La Mantia, ha evidenziato l'importanza dell'attuale rete di protezione in favore delle vittime, osservando che "le segnalazioni in polizia per violenza domestica aumentano, mentre le persone nelle case di protezione delle donne diminuiscono", forse per effetto di una recente norma in Ticino che prevede l'allontanamento temporaneo del partner violento da parte della polizia. Intervento che però "lascia sola la vittima" e ha un effetto momentaneo, ha aggiunto La Mantia.
In aula è intervenuto anche il capo del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, sottolineando come quello della violenza domestica sia "un tema che fortunatamente è uscito dall'ambito della sfera privata ed è entrato in quello pubblico" e ricordando il ruolo del piano d'azione cantonale impegnato proprio su questo.
RG 12.30 del 21.06.21 - Elezione di Nicola Respini, il servizio di Luca Berti
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Tra le altre misure previste dal rapporto c'è anche la ricerca una soluzione "per esonerare la vittima dal costo di un suo soggiorno prolungato in una struttura protetta". Oggi, infatti, i costi vengono coperti soltanto fino al 35esimo giorno di permanenza, a fronte di un periodo medio di soggiorno di tre mesi.
Per quanto riguarda invece la creazione di una hotline cantonale attiva 24 ore su 24, come chiedeva la mozione presentata da Angelica Lepori Sergi e cofirmatari, la commissione rimanda alla futura attivazione di una linea telefonica a livello nazionale che dovrebbe essere "di facile accesso" e gestita da professionisti del settore.
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Il Quotidiano 22.06.2021, 21:30