Le norme di sicurezza anti-virus valgono per tutti e ovunque, anche in Chiesa. Così Don Pierangelo Regazzi, l'arciprete di Bellinzona, ha ricevuto un ammonimento da parte della polizia e un richiamo da parte della Diocesi perché, domenica mattina, è stato pizzicato nella chiesa Collegiata con una quarantina di fedeli. Una situazione contraria alle misure per contenere la pandemia da Coronavirus. La notizia è stata resa nota dal sito de la Regione.
Contattato dalla RSI, Don Regazzi si è giustificato asserendo che non stava celebrando la messa (vietata in questo periodo) e che i fedeli erano arrivati spontaneamente durante l'orario in cui solitamente la domenica viene celebrata la funzione religiosa. L'arciprete sostiene che, munito di mascherina (ma non di guanti), ha raccomandato ai fedeli di mantenere le distanze e ha dichiarato che, della quarantina di persone presenti, due gruppi facevano parte dello stesso nucleo familiare, mentre gli altri erano tutti distribuiti nelle navate, a distanza gli uni dagli altri.
Il religioso sostiene di aver letto e commentato un brano del Vangelo e di aver fatto alcune preghiere e spiega di essersi poi assentato per lavare le mani, per prendere le ostie e distribuirle a un fedele per volta, mentre gli altri si sarebbero tenuti diligentemente lontani gli uni dagli altri. A quel punto - sostiene Don Regazzi - è giunta una pattuglia della polizia comunale ad interrompere la distribuzione dell’eucarestia. A Don Regazzi non è stata inflitta alcuna multa, ma dalla polizia è giunto l'ammonimento a non violare le disposizioni anti-epidemia. "Il Vescovo non era d'accordo con quello che ho fatto", ha ammesso Don Regazzi.
La messa non s'ha da fare
Il Quotidiano 19.04.2020, 21:00