Un’operazione immobiliare. È questo il secondo filone dell’inchiesta che il 22 agosto ha portato in carcere l’ex-presidente dell’UDC ticinese, Paolo Clemente Wicht. La vicenda risale alla fine del 2013, quando un investitore accettò di finanziare a Wicht la ristrutturazione di tre appartamenti nel Sopraceneri. L’uomo immise nell’affare una somma compresa tra i 400 e i 700'000 franchi. Ma poi non rivide più nulla: né il capitale, né l’utile promesso. A maggior ragione dopo che l’ex-fiduciario cedette, un paio di anni fa, lo stabile alla moglie.
Di qui la denuncia penale, sporta nel mese di gennaio (successivamente a quella della donna, ai danni della quale il 52enne avrebbe commesso malversazioni per circa sette milioni di franchi). Wicht ha ammesso l’esistenza del prestito. “La questione – sostiene il suo difensore, Enrico Germano – non ha però rilevanza penale. Appena possibile il mio cliente avrebbe infatti restituito il denaro”.
Giovedì si è tenuto un nuovo verbale. Intanto il procuratore pubblico Andrea Minesso ha chiesto una proroga della carcerazione preventiva di Wicht, ormai in scadenza. Proroga a cui Germano si è opposto. La decisione del giudice competente è attesa a breve.
Francesco Lepori