La Corte di Cassazione ha confermato la colpevolezza di Ruslan Cojocaru e Ezio Gatti nell'ambito del processo per il duplice omicidio di Zalende, ma per aspetti meramente procedurali ha rispedito alla Corte d’Appello di Milano la sentenza di condanna.
In secondo grado il 38enne moldavo era stato condannato all'ergastolo in quanto ritenuto l'autore materiale del duplice omicidio avvenuto nel 2010, mentre al 48enne valtellinese, considerato il mandante del delitto, erano stati inflitti 23 anni di reclusione.
Secondo i giudici romani, in particolare, l'aggravante della crudeltà mal si concilierebbe (come ha sostenuto in aula la difesa) con il delitto di impeto di cui doveva rispondere Cojocaru. Per l’accusa infatti il moldavo andò a Brusio solo per spaventare la coppia di imprenditori, Giampiero Ferrari e sua moglie Gabriella. Il mandato non fu "omicidiario" ma di estorsione. Poi, però, tutto finì in tragedia.
In altre parole, il moldavo potrebbe evitare l’ergastolo, ma la sua condanna definitiva – su questo la Corte è stata chiarissima – non potrà essere inferiore ai 21 anni. Anche la sentenza di Gatti dovrà essere rivista. È possibile che i giudici di Roma vogliano capire come mai a Milano si è arrivati a dargli 23 anni, due in più di quelli inflitti a Sondrio.
CSI/eb