Come arrivare alla fine del mese con mille franchi scarsi a disposizione? Come guardare al futuro con i prezzi e le spese fisse che non fanno che crescere?
Quelle di Marly, Maria, Giuseppe, Aldo e Franziska sono vite sospese, fatte di rinunce forzate in età avanzata, di espedienti quotidiani per far quadrare fragili bilanci, di rabbia e delusione. A Patti chiari cinque ticinesi raccontano la loro vita da pensionati poveri in uno dei paesi più ricchi e più costosi al mondo.
Il rischio povertà riguarda ben 295mila anziani svizzeri, uno su cinque. In Ticino addirittura uno su tre. Tra questi, 46mila non posseggono nulla, né risparmi, né beni immobili, vale a dire che sono irrimediabilmente poveri.
Ma come si spiega una situazione simile? Il sistema dei tre pilastri - AVS, previdenza professionale e previdenza privata - dimentica o esclude qualcuno?
Patti chiari ha raccontato anche chi ha fatto scelte diverse: Graziella e Domenico, di fronte allo spettro di una terza età fatta di stenti, hanno scelto di emigrare in Spagna e in Italia. Non sono gli unici: il numero di pensionati che fugge dalla Svizzera non fa che crescere, anno dopo anno, oggi un terzo delle rendite AVS viene versato all’estero.
La Svizzera non è, dunque, un paese per vecchi?
In studio con noi per discutere di questa tematica, Sergio Montorfani, direttore dell’Istituto assicurazioni sociali, Paolo Nodari, presidente di Pro Senectute Ticino e Moesano e Domenico Falbo, pensionato. In collegamento dalla Spagna Graziella Bourakoff-Braun, pensionata, e da Friburgo Giuliano Bonoli, professore di Politiche sociali.