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"Bisogna mantenere la speranza"

Intervista al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano

  • 25 dicembre 2020, 13:39
  • 22 novembre, 17:55
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Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano

  • Reuters
Di: Nina Fabrizio 

Il Natale cade quest'anno in un momento storico complesso come quello della pandemia globale, che ha spinto il Papa a impartire la benedizione urbi et orbi non in Piazza San Pietro, come vuole la tradizione, ma nel Palazzo apostolico vaticano. Al al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, Nina Fabrizio ha chiesto come il Pontefice ha vissuto questo momento.

Qual è il messaggio che la Chiesa cattolica si sente di dare in questo giorno in cui in molti Paesi si osservano restrizioni rigide, le famiglie si possono riunire solo in piccoli gruppi e non saranno pochi gli anziani soli?

"La Chiesa anche quest'anno, in un anno particolarmente difficile, ripeterà le parole di sempre: "Oggi è nato per voi il Salvatore". E' l'annuncio della Salvezza che viene dall'Alto e nello stesso tempo è vicina e presente. La pandemia ha messo a nudo le nostre fragilità, le nostre vulnerabilità, le nostre debolezze, il nostro bisogno di essere soccorsi e la nostra incapacità di salvarci da soli. Ecco, questo è l'annuncio. C'è un Salvatore".

Anche il Papa vive questo momento osservando forti limitazioni. In via del tutto straordinaria la benedizione Urbi et Orbi è stata data da Francesco all'interno del Vaticano e non dalla loggia centrale della basilica per evitare assembramenti in piazza San Pietro. Come vive lo stesso Papa la limitazione rispetto al rapporto con i fedeli?

"Ovviamente il Covid ha imposto notevoli restrizioni anche ai contatti con i fedeli, però il Santo Padre ha saputo reagire a queste limitazioni prima di tutto facendosi vicino attraverso i nuovi mezzi di comunicazione a tutti i fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà che cercavano una luce, una fonte di ispirazione, una parola di incoraggiamento e l'ha fatto proprio in questo senso, cercando di suscitare in tutti la speranza, di non farsi cadere le braccia che è un'immagine presente anche nell'Antico testamento per quanto riguarda il popolo di Israele, ma di continuare a sperare. Sperare che significa allo stesso tempo impegnarsi personalmente e comunitariamente, superare anche questa situazione per rispondere alle necessità di tutti quelli che hanno bisogno. Quindi il Papa sì, vive questo momento come una restrizione ma non una restrizione tale da impedirgli l'esercizio del suo ministero al servizio degli uomini e delle donne del nostro tempo".

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Urbi et Orbi

Telegiornale 25.12.2020, 13:25

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Urbi et Orbi

Telegiornale 25.12.2020, 21:00

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