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Il bilancio dei morti sale ancora, sono oltre 22'000

Il devastante terremoto di lunedì nel sud della Turchia e nel nord della Siria ha provocato anche oltre 70'000 feriti

  • 10 febbraio 2023, 08:17
  • 24 giugno 2023, 04:25

RG 07.00 del 10.02.2023 Il servizio di Naima Chicherio

RSI Info 10.02.2023, 08:14

  • keystone
Di: ATS/AFP/ANSA/Reuters/Swing

È salito a oltre 21’700 morti, il bilancio del terremoto che 4 giorni fa ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria. Le autorità turche hanno sinora contato 18'991 morti mentre in Siria le persone decedute a causa delle scosse telluriche sono oltre 3'384. Ci sono anche quattro francesi, ha reso noto il Ministero degli esteri di Parigi. Quasi incalcolabile il numero degli sfollati dalle zone terremotate e quello dei feriti che supera abbondantemente quota 70'000.

Due sopravvissuti

Nella provincia turca di Hatay, un bambino di 10 giorni è stato estratto ancora in vita insieme alla madre, dopo 90 ore passate sotto le macerie di un edificio di 7 piani. A Iskenderun un'intera famiglia di sei persone è stata soccorsa dopo 102 ore.

I soccorritori sono anche riusciti a salvare un altro ragazzo: un giovane di 17 anni, Adnan Muhammed Korkut, è infatti stato estratto vivo, nella mattinata di oggi, venerdì, dalle macerie di un edificio crollato nella città turca di Gaziantep, vicino all'epicentro del sisma, dopo essere rimasto intrappolato per 94 ore. Il ragazzo ha detto di essere stato costretto a bere la propria urina per placare la sete. "Sono stato in grado di sopravvivere in quel modo", ha detto, come riporta il Guardian. Quando è stato salvato il 17enne ha sorriso alla folla di amici e parenti che ha cantato il suo nome, applaudendo e piangendo di gioia mentre veniva portato via e messo su una barella.

I soccorsi svizzeri sempre all'opera

Il gruppo di soccorritori svizzeri impegnati nelle ricerche dopo il terremoto in Turchia non ha trovato nuovi sopravvissuti nella notte tra giovedì e venerdì. Tuttavia, i soccorritori non rinunciano ai loro sforzi, ha dichiarato, oggi, venerdì il DFAE. Al momento nove sopravvissuti sono stati tratti in salvo dalle macerie grazie agli sforzi congiunti di Swiss Rescue e dell'organizzazione di cani da ricerca e salvataggio REDOG. Allo stesso tempo, una squadra REDOG sta lavorando con l'organizzazione di soccorso turca GEA per cercare i sopravvissuti. In totale, sono state trovate 31 persone in questa seconda formazione.

Catena della Solidarietà

Fino ad oggi, venerdì, la popolazione svizzera ha già donato 10'079'709 franchi per aiutare le vittime del violento terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria lunedì scorso, ha comunicato la Catena della Solidarietà a Keystone-ATS. L'organizzazione ha 25 partner, tra cui Terre des Hommes e la Croce Rossa Svizzera. Le organizzazioni umanitarie svizzere presenti sul posto stanno utilizzando i fondi per fornire aiuti di emergenza come acqua, coperte, cibo e ripari. L'esperienza ha dimostrato che la maggior parte dei fondi verrà utilizzata in seguito per la ricostruzione.

Soccorritori sempre all'opera

Nelle zone colpite dal sisma attualmente operano circa 130'000 soccorritori provenienti da oltre 70 Paesi diversi. Nel frattempo continuano a crescere gli aiuti inviati da Governi e ONG ai terremotati. Aiuti però che hanno grosse difficoltà ad arrivare nelle zone controllate dai ribelli nel nord della Siria. Secondo fonti USA pare che nessuno dei convogli di aiuti umanitari internazionali abbia raggiunto quelle zone. Alcuni carichi di beni di prima necessità e di materiale sanitario sembra siano arrivati passando attraverso la Turchia.

Le cose vanno meglio in Turchia dove gli aiuti continuano ad arrivare e diversi paesi, tra cui la Svizzera, continua ad inviare nei luoghi del terremoto specialisti in diversi settori e nelle emergenze. Molti Paesi, soprattutto le monarchie del Golfo Persico, stanno iniziando a inviare ospedali da campo visto che alla ricerca di superstiti si sta sostituendo l’impegno di curare le decine di migliaia di feriti.

Il PKK "interrompe le sue operazioni"

Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) ha deciso venerdì di sospendere temporaneamente le sue "operazioni" in Turchia dopo il terremoto, ha annunciato un funzionario militare del gruppo. "Stop alle operazioni nelle città della Turchia. Abbiamo deciso di non condurre alcuna operazione finché lo Stato turco non ci attaccherà", ha dichiarato Cemil Bayik, un alto funzionario del movimento, citato dall'agenzia Firat, vicina al PKK, considerato un'organizzazione terroristica da Ankara e dai suoi alleati occidentali. "Il terremoto ha causato una grande catastrofe (...) Migliaia di persone sono ancora sotto le macerie (...) Tutti devono mobilitare tutte le loro risorse", ha detto l'alto funzionario. Il PKK, che dal 1984 conduce una lotta armata contro l'esercito turco, è classificato come organizzazione terroristica da Ankara, Stati Uniti e Unione europea.

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