Non l’ha nominata tra le priorità dei primi cento giorni da presidente. Eppure Donald Trump ripete da mesi: "Abolirò l’Affordable Care Act." che è poi la riforma della sanità voluta nel 2010 dal suo predecessore, Barack Obama, e nota come Obamacare. Grazie all’introduzione dell’obbligo per le compagnie di assicurare chiunque, indipendentemente dalle condizioni di salute, e all’estensione dei sussidi pubblici per l’acquisto di una polizza, la legge ha esteso la copertura sanitaria a circa 20 milioni di americani. Secondo Trump e i suoi sostenitori, tuttavia, queste e altre novità hanno aumentato i prezzi delle assicurazioni per il 2017 in media del 25%.
“Nella riforma sono stati fatti alcuni errori, che ad esempio hanno spinto al rialzo i costi per i più giovani in modo da compensare le maggiori spese mediche di altre categorie” spiega Paul B. Ginsburg, professore di Politiche pubbliche all’Instituto Brookings di Washington. Il Partito Repubblicano discute sulla sostituzione dell’Obamacare con una nuova legge che termini i sussidi ed escluda dalle assicurazioni, tra l’altro, i farmaci contraccettivi. Il grande risultato dell’Obamacare però, quello di avere ridotto i non assicurati a meno del 10% della popolazione, non sfugge a nessuno.
Cosa significa, negli Stati Uniti, essere fuori dal sistema sanitario?
Siamo andati, per capirlo, a Baltimora, un città che ha visto un grosso incremento dell’immigrazione da centro e sud America. I migranti, impiegati in nero e privi di permesso di soggiorno, non sono in grado di ricevere un’assicurazione medica dal datore di lavoro né dal governo e, spesso, neppure di acquistarla. Le loro cure sanitarie dunque - esclusi i bambini a cui di norma sono garantite - si limitano al pronto soccorso a pagamento e ai programmi caritatevoli di ospedali, come il Johns Hopkins Bayview, e di organizzazioni private, come l’Esperanza Center.
“L’anno scorso abbiamo assistito - gratis o quasi - circa 10 mila persone, non solo nella nostra clinica, ma anche con lo sportello legale e vari corsi” dice la presidente del centro, Valerie Twanmoh. C'è chi teme che la situazione, a partire dal gennaio 2017, possa peggiorare.
Gabriele Barbati