Yolanda Y’awa, imprenditrice creativa originaria di Gugulethu, township alle porte di Città del Capo, in base alla sua esperienza personale e ad un’analisi di mercato, si rende conto che la crisi identitaria di molti bambini neri sudafricani è dovuta anche all’assenza di bambole con cui si possano identificare. Da qui l’esigenza di creare Luvuthando Dolls, un brand che prende il nome dai suoi due figli e che cerca di ridurre il divario sul mercato con l’enorme disponibilità di bambole che rappresentano gli stereotipi europei, a cominciare dalle rinomate Barbie della Mattel.
«È importante avere bambole con capelli naturali africani – spiega la fondatrice di Luvuthando Dolls - proviamo ad insegnare ad i bambini che si devono sentire a proprio agio così come sono nati».
Bambole nere perché... non c'è solo Barbie
Lorenzo Simoncelli