Ci sarà, prima o poi un’altra Samantha Cristoforetti? Probabilmente no, perché ognuno di noi è unico. Di certo, però, presto, ci saranno altre - e molte - donne nello spazio. Dal 1961, quando si é cominciato ad andare nello Spazio solo 568 persone hanno viaggiato come astronauti. Le donne sono state 65, ma le cose - e con esse numeri e percentuali - potrebbero presto cambiare.
Le ragioni del cambiamento
Il numero di voli, anche di tipo commerciale, al di fuori dell’atmosfera terrestre è destinato ad aumentare. La crescita del numero di voli, come diretta conseguenza, porterà anche a una crescita del numero complessivo di persone, e dunque di donne, selezionate per viaggiare nello spazio.
Ma a far pensare che oltre al numero complessivo di astronauti, a cambiare sarà anche la proporzione tra uomini e donne, sono tre elementi, molto evidenti. Il primo è che che sempre più ragazze intraprendono studi e carriere di tipo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), ossia il tipo di studi che, seppur in modo tortuoso, apre le porte dello Spazio.
Il secondo è che, negli ultimi anni, le astronaute come Samantha Cristoforetti (che nel 2022 assumerà il comando della stazione orbitante ISS, prima donna europea a farlo e terza in assoluto) hanno guadagnato sul campo, come spesso accade, l’autorevolezza e l’autorità che spesso un vetusto pregiudizio nega loro.
Il terzo, infine, è un numero: 45%, tante sono adesso le donne in forza alla NASA, laddove, nel 1969, anno dello sbarco sulla Luna, questa percentuale era zero. E infatti non è un caso che sulla navicella che partirà verso la Luna nel 2024 parte dell’equipaggio sarà formato da donne.
Siamo andati al dipartimento di Scienze e tecnologie aerospaziali del Politecnico di Milano, per incontrare alcune delle giovani donne che, presto o tardi, potrebbero guardarci dallo Spazio. Abbiamo raccolto le loro storie, i loro progetti, i loro sogni. E soprattutto abbiamo augurato loro "Buon Viaggio".
Luciana Grosso