Una storia lunga quasi un secolo. 98 anni per la precisione. Da tanto dura l’avventura di poesia e coraggio del Circo Sterza, «il circo più piccolo del mondo». «E questo primato non può togliercelo nessuno», conferma con orgoglio Liliano Sterza, 53 anni, che si divide palco e tendone solo con il figlio Neil, 23.
Sono clown, giocolieri, equilibristi e musicisti. Ma, soprattutto, sono sognatori coraggiosi. Capaci di fermare il tempo per la durata di uno spettacolo. Mentre si esibiscono avverti il sapore della loro vita: nomade, difficile, piena di sacrifici, ma colma di sogni. Gli stessi che riescono a trasmettere al pubblico. La loro resistenza si nutre di affetto e applausi. Attivi nel nord Italia tra Lombardia, Veneto e Trentino, arrivano, montano il loro tendone e ti catapultano in un'atmosfera felliniana dove però è ancora la purezza di spirito a giocare un ruolo fondamentale. Così come il valore della famiglia. «Abbiamo scelto di essere un circo di piccole dimensioni perché in questo modo – spiega Liliano, nipote del fondatore Alessandro – riusciamo a raggiungere le piazze di paesi anche minuscoli, le province dove vive la gente che difficilmente andrebbe nella grandi città per assistere a uno spettacolo circense».
Venghino signori, venghino!
Originari di Castelmella, in provincia di Brescia, hanno trovato nel contatto diretto con le piccole comunità la loro dimensione ideale. «Facciamo le cose che piacciono ai bambini – raccontano - e spesso coinvolgiamo gli stessi spettatori. Così le famiglie tornano a casa contente dopo un’ora e mezza di divertimento sano e quanto mai originale». E se a fare lo spettacolo sono padre e figlio, non meno importante è il contributo della moglie Patrizia Caroli, 54 anni. Lei, dopo aver lasciato le scene, li assiste da dietro le quinte e cura gli aspetti amministrativi e burocratici. Fondamentali visto che, dimensioni a parte, gli Sterza sono un circo a tutti gli effetti con tanto di tendone da cento posti a sedere. Riempirlo significa sopravvivere. Continuare la propria missione. Perché niente è impossibile se c’è il cuore. Così dopo Liliano toccherà a Neil. Il nome gliel’ha dato sua madre, «in onore di Armstrong, l’uomo che per primo camminò sulla Luna». Del resto «conoscete un’acrobazia più grande di quella?».
Alessio Pagani