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La "Bibbia" erotica senza fine

Alcune ragazze ticinesi non lo sanno, ma le loro foto divulgate nel 2016 continuano a circolare in un maxi-archivio online. L’indagine è ancora in corso

  • 25 ottobre 2017, 08:00
  • 23 novembre, 04:15
06:48

L'archivio hard della vergogna

RSI Info 25.10.2017, 08:00

Una volta in rete, in rete per sempre. Un concetto tanto semplice, quanto sottovalutato. È così che il sexting (scambio volontario di fotografie intime con una o più persone) può trasformarsi in un'esperienza devastante, ovvero la diffusione – involontaria, incontrollabile e inarrestabile – di questo materiale pornografico privato, via cellulare o via internet. Un problema che colpisce anche i giovani svizzeri, tanto che nel 2016 la Polizia federale ha ricevuto 161 denunce per "sextortion": estorsione di denaro dietro minaccia di diffusione.

Non fa eccezione il Canton Ticino. Nel gennaio 2016 era emerso un caso che per novità e portata aveva scosso il web: centinaia di fotografie di ragazze ticinesi, anche minorenni, in costume, oppure addirittura nude, erano state archiviate in una cartella sulla piattaforma di condivisione Dropbox; questa cartella era accessibile a chiunque, grazie a un link che circolava via WhatsApp. Il gruppo criminalità informatica della Polizia cantonale era intervenuto, facendo poi sapere di aver bloccato il link.

Abbiamo però scoperto che ancora oggi tutto quel materiale pornografico privato non solo continua a circolare, ma continua ad aumentare: si parla ormai di migliaia di fotografie – con tanto di nomi, cognomi e talvolta informazioni per contattare le ragazze – catalogate in un archivio denominato "La Bibbia"; anzi, "La Bibbia 4.0", perché alla quarta edizione. E tra le numerose cartelle ce n'è una intitolata "Svizzere e ticinesi": 35 nomi di altrettante ragazze più o meno consapevoli di questa loro popolarità.

Il link per accedere a "La Bibbia 4.0" circola prevalentemente in Italia – all’interno di determinati gruppi sui social Media, come anche su blog e siti – ma è giunto anche in Ticino. Per comprendere le conseguenze del fenomeno abbiamo parlato sia con due vittime ticinesi (di cui una ignara della sua schedatura), sia con Marta*, una 30enne italiana perfettamente consapevole di chi sia stato l'artefice della divulgazione delle sue fotografie e del conseguente – per sua stessa definizione – "stalking di massa": un ex fidanzato nei confronti del quale è stato aperto un procedimento penale. Ciò che però non ha fermato la divulgazione delle sue fotografie. Una trappola digitale da cui è difficile fuggire e che in un caso estremo, quello di Tiziana Cantone, ha portato al suicidio.

Un’inchiesta che è ancora in corso

"L'inchiesta non è terminata e per questo motivo non possiamo fornire altri dettagli". È Enea Filippini, commissario capo della polizia cantonale ticinese, a confermare che l'indagine per risalire al creatore della cartella multimediale incriminata prosegue tutt'oggi e a spiegarci come alle denunce già depositate nel gennaio scorso se ne siano aggiunte altre in tempi più recenti. E non è escluso che possano arrivarne ancora di nuove.

Soluzioni cercansi

In questa puntata si è cercato di inquadrare meglio le conseguenze del sexting, grazie alle testimonianze di chi le ha vissute in prima persona. Nella prossima puntata verrà invece preso in esame il quadro giuridico svizzero in cui questo tipo di reato si inserisce, per capire quali mezzi concreti esistono, ammesso che esistano davvero, per potersi difendere da un web che assomiglia sempre più a un far-web.

Camilla Luzzani

*Nome di fantasia

Come nasce un simile archivio multimediale? La spiegazione dell'informatico forense Michele Ferrazzano


01:02

La genesi della "Bibbia"

RSI 18.09.2017, 13:20

Dove cercare aiuto

Un piccolo estratto di Take Control, cortometraggio contro il sexting e il cyber-bullismo diretto dal regista ticinese Marco Bitonti


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