Gli sviluppi relativi all’introduzione del 5G in Svizzera hanno riportato l’attenzione sulle dinamiche dell’inquinamento elettromagnetico. Un fenomeno che però, a ben vedere, va decisamente al di là dell’ambito legato alla sola telefonia cellulare.
Sono infatti svariate le fonti del cosiddetto elettrosmog: da quello, spesso insospettato, emesso dai comuni elettrodomestici di casa, fino agli intensi campi generati da elettrodotti e linee elettriche ferroviarie. Intorno al fenomeno si è ormai sviluppato un certo dibattito, che risente però di non poca disinformazione.
Tommaso Pagani, a sinistra, e Samuel Poretti, a destra, sono ricercatori dell'Istituto sistemi ed elettronica applicata della SUPSI
Quali sono, allora, i confini fra certezze e allarmismi in materia di elettrosmog? E cosa si può affermare di sicuro intorno agli effetti per la salute? Per fare chiarezza su questi e altri interrogativi, ci siamo rivolti a due specialisti del ramo: gli ingegneri
Samuel Poretti e
Tommaso Pagani, entrambi impegnati alla SUPSI nel campo della ricerca presso l’
Istituto sistemi ed elettronica applicata (ISEA).
Una struttura che fa parte del Dipartimento tecnologie innovative dell'ateneo, e che ormai da anni si segnala per il suo ruolo d’eccellenza a livello svizzero nello studio e nelle misurazioni concernenti l’elettrosmog. Nel video in apertura di quest’articolo, le considerazioni dei due esperti e - più in generale - un tentativo di fare chiarezza su un tema certamente molto discusso.
Alex Ricordi
Dal Notiziario delle 22.00 del 29.08.19
RSI Info 02.09.2019, 23:35
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