Un presunto membro della ‘Ndrangheta, finito nelle maglie della maxi-inchiesta “Pollino” - coordinata dall'agenzia dell'UE Eurojust e scattata mercoledì - è detenuto in Svizzera.
È quanto si apprende dalle oltre 1’500 pagine dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari del Tribunale di Reggio Calabria. Nell’operazione internazionale (alla quale ha partecipato anche la Svizzera), sono state arrestate 84 persone in diversi paesi dell’Europa e del Sudamerica.
Dagli incarti che la RSI ha potuto visionare si legge che il fermo è avvenuto alla dogana di Novazzano-Marcetto il 23 marzo del 2017. L’auto, con a bordo tre passeggeri (non in detenzione), trasportava un ingente quantitativo di cocaina (circa 15 kg), nascosti dietro i sedili posteriori di una Citroen C5 con targhe tedesche.
In tutto - specificano le autorità italiane - dal mese di marzo al mese di giugno del 2017 sono stati sequestrati oltre 33 kg di cocaina, nel corso di tre distinte operazioni svolte tra Italia e Svizzera con l’arresto, in flagranza di reato, di tre corrieri della droga.
Da noi contattato il Ministero pubblico della Confederazione si limita a confermare che, nel corso della maxi-inchiesta di Eurojust, ha fornito assistenza giudiziaria alle autorità internazionali.
Nelle carte dell’operazione italiana, inoltre, un boss racconta ad un altro presunto membro della ‘ndrangheta, che “un suo cugino acquisito era partito per il militare e poi è diventato finanziere ed è stato mandato alla frontiera con la Svizzera”. L’uomo ha sottolineato che “il cugino acquisito è stato poi cacciato, perché accusato di rubare.”
Mattia Pacella