Svizzera

Cioccolato amaro

In Svizzera cala il consumo pro capite che raggiunge i livelli del 1982. Anche un'azienda ha cessato la propria attività

  • 2 marzo 2021, 09:09
  • 22 novembre 2024, 17:30
01:20

RG 7.00 del 2.03.21 - Il servizio di Johnny Canonica

RSI Info 02.03.2021, 09:05

  • Keystone
Di: RG/AnP 

La pandemia non ha risparmiato l'industria svizzera del cioccolato, che lo scorso anno ha registrato un calo del fatturato. E per la prima volta da quarant'anni, il consumo medio annuale è calato sotto i 10 chili per persona.

Il dato emerge dal rapporto pubblicato lunedì da Chocosuisse, l'organizzazione dei produttori di cioccolata elvetici, e mostra una diminuzione delle vendite del dolce prodotto a poco meno di 180'000 tonnellate, ben 20'000 in meno rispetto all'anno prima.

Di conseguenza, è stato registrato un calo del fatturato, del 14,5% a 1,5 miliardi di franchi, evidenziato in tutti gli ambiti tranne che per i prodotti semilavorati, cioè quelli venduti a pasticcerie e confetterie.

Aumentano poi le importazioni, con la quota di cioccolata non indigena sul mercato passata dal 41 al 43%. Altra nota amara per l'industria del cioccolato nazionale, nel 2020 un'azienda ha cessato l'attività - ora se ne contano 16 in totale - e il numero degli collaboratori è sceso del 10% a 4'400 unità.

Lindt & Sprüngli

Fra le principali aziende del settore, Lindt & Sprüngli ha pubblicato proprio oggi, martedì, i suoi risultati del 2020. L'utile netto è crollato del 37,5% a 320,1 milioni di franchi. Le vendite, come già noto da gennaio, risultano in flessione del 10,9% a 4,02 miliardi.

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