La pandemia non ha risparmiato l'industria svizzera del cioccolato, che lo scorso anno ha registrato un calo del fatturato. E per la prima volta da quarant'anni, il consumo medio annuale è calato sotto i 10 chili per persona.
Il dato emerge dal rapporto pubblicato lunedì da Chocosuisse, l'organizzazione dei produttori di cioccolata elvetici, e mostra una diminuzione delle vendite del dolce prodotto a poco meno di 180'000 tonnellate, ben 20'000 in meno rispetto all'anno prima.
Di conseguenza, è stato registrato un calo del fatturato, del 14,5% a 1,5 miliardi di franchi, evidenziato in tutti gli ambiti tranne che per i prodotti semilavorati, cioè quelli venduti a pasticcerie e confetterie.
Aumentano poi le importazioni, con la quota di cioccolata non indigena sul mercato passata dal 41 al 43%. Altra nota amara per l'industria del cioccolato nazionale, nel 2020 un'azienda ha cessato l'attività - ora se ne contano 16 in totale - e il numero degli collaboratori è sceso del 10% a 4'400 unità.
Lindt & Sprüngli
Fra le principali aziende del settore, Lindt & Sprüngli ha pubblicato proprio oggi, martedì, i suoi risultati del 2020. L'utile netto è crollato del 37,5% a 320,1 milioni di franchi. Le vendite, come già noto da gennaio, risultano in flessione del 10,9% a 4,02 miliardi.