L'assorbimento del Credit Suisse da parte di UBS non causerà gravi danni all'economia svizzera, secondo l'istituto di ricerca BAK Economics, che mantiene allo 0,7% nel 2023 e all'1,6% nel 2024 le sue previsioni di crescita congiunturale. L'operazione di salvataggio, tuttavia, non è senza strascichi: se "i clienti possono stare tranquilli", come rassicura il presidente dell'Associazione bancaria ticinese Alberto Petruzzella (vedi correlata), non si può certo dire lo stesso dei dipendenti: attualmente Credit Suisse e UBS insieme contano circa 37'000 dipendenti in Svizzera, calcolati in posti equivalenti a tempo pieno. In Ticino sono un po' più di un migliaio. A medio termine, calcola sempre il BAK, l'eliminazione di doppioni e le razionalizzazioni dovrebbero condurre alla soppressione di 9'500-12'000 di questi impieghi. E non saranno necessariamente dipendenti che oggi lavorano per l'istituto assorbito, gli esperti avvisano che anche quelli di UBS non sono al sicuro. Il cantone più toccato sarà Zurigo, dove si stima che i posti minacciati siano fra 6'500 e 8'000, lo 0,9% di tutti gli impieghi del cantone.
Le preoccupazioni di dipendenti e clienti
SEIDISERA 20.03.2023, 18:22
L'Unione sindacale svizzera ha espresso il suo sostegno martedì all'Associazione svizzera degli impiegati di banca. "Non devono essere i dipendenti a pagare per gli errori dei manager", è stato detto in una conferenza stampa a Berna, in cui è stato chiesto anche un buon piano sociale per chi perderà il lavoro. Non sono mancate inoltre le critiche anche alla Confederazione e alla Banca nazionale: "i rischi eccessivi" assunti dalla direzione del Credit Suisse dimostrano che le misure preventive annunciate dopo l'ultima crisi non erano certo sufficienti.
Pierre-Yves Maillard, presidente dell'USS
Stando alle rivelazioni di Bloomberg, già prima dell'avvio dell'operazione di acquisto il Credit Suisse aveva un piano per cancellare 9'000 posti di lavoro a livello globale, nel tentativo di salvarsi. Il conto finale potrebbe ora essere molto più alto: nel mondo, le due banche insieme hanno quasi 125'000 dipendenti.
Credit Suisse, chieste tutele per il personale
Telegiornale 21.03.2023, 12:30
Gli azionisti senza possibilità di esprimersi
Ci rimettono anche gli azionisti e non solo per il valore del titolo: UBS acquista a un prezzo di 76 centesimi per azione, il corso lunedì a Zurigo è precipitato di oltre il 55% a 82 centesimi. Fra gli investitori ci sono anche quelli in cui tutti abbiamo messo i nostri soldi, ovvero i gestori dei nostri secondi pilastri. La fondazione Ethos, che rappresenta gli interessi di fondi pensione, ricorda che gli azionisti sono stati privati anche della possibilità di pronunciarsi sull'accordo in occasione della prossima assemblea generale del Credit Suisse. In futuro, inoltre, dovranno fare i conti con "i rischi di una posizione dominante" di UBS sul mercato elvetico. Non si esclude nemmeno il ricorso a mezzi legali "per determinare le responsabilità" di quanto accaduto. Per ridurre gli esuberi e "mantenere una sana competizione", Ethos chiede infine che si prenda in considerazione lo scorporo delle attività elvetiche di Credit Suisse.
Il professore di diritto Peter V. Kunz, in un'intervista al Blick, ipotizza lui pure che ci possano essere cause in arrivo da parte degli azionisti, di fatto "espropriati dall'intervento dello Stato". Potrebbero agire per esempio i sauditi che da novembre erano i detentori della quota più sostanziosa di Credit Suisse, quasi il 10% del capitale pagato circa 4 franchi ad azione. Da allora ci hanno rimesso oltre un miliardo.
SEIDISERA del 20.03.2023 La diretta di Marzio Minoli
RSI Info 21.03.2023, 10:32
I 16 miliardi di obbligazioni azzerate
E se gli azionisti piangono, i detentori delle obbligazioni AT1, il cui valore nominale di 16 miliardi di franchi è stato azzerato, sono furiosi. Si tratta di uno strumento convertibile pensato per assorbire le perdite e gli investitori lamentano il "ribaltamento" delle priorità: di regola a rimetterci in prima istanza avrebbero dovuto essere i soci, che invece qualcosa hanno salvato. In borsa si è temuto per gli effetti su questo mercato da 300 miliardi di dollari e in effetti nella seduta di lunedì c'è stato un tracollo, prima che intervenissero le rassicurazioni in particolare della BCE: questa mossa da parte delle autorità elvetiche è destinata a restare un unicum e non diventerà la regola.
RG 07.00 del 21.03.2023 La diretta di Alan Crameri
RSI Info 21.03.2023, 10:29
Il rischio pubblico
Resta poi la domanda di quali saranno le conseguenze per lo Stato - e di riflesso per il contribuente - al di là degli effetti in termini fiscali e sulle assicurazioni sociali. Qui non si parla di costi immediati ma piuttosto di rischi, perché se UBS verserà 3 miliardi di franchi per l'acquisto, lo farà con le spalle ben coperte: a disposizione ci sono due linee di credito per 200 miliardi di franchi in tutto e una garanzia federale di 9 miliardi in caso di future perdite. Nel dettaglio, i primi 100 miliardi sono messi a disposizione dalla Banca nazionale, che si assicura unicamente di essere fra i creditori privilegiati in caso di bancarotta. Una perdita peserebbe però sui suoi utili e quindi sulla ridistribuzione a Confederazione e Cantoni.
Altri 100 miliardi li mette a disposizione la Confederazione, con un buon tasso di interesse se tutto andrà bene, ma in caso di insolvenza alla cassa verrebbe chiamata direttamente la mano pubblica.
Lo stesso vale - anche se in questo caso non si parla di liquidità ma di garanzia - per le eventuali perdite che UBS dovesse subire a causa di quanto c'è di "tossico" nel portafoglio di Credit Suisse. I primi cinque miliardi di un'eventuale buco verrebbero assorbiti dalla banca stessa, ma i successivi nove dallo Stato.
UBS, bene il titolo ma Moody's abbassa rating
Telegiornale 21.03.2023, 12:30