Perché quest’anno su una cosa a Davos sono tutti d’accordo: il ghiaccio è il nemico numero uno per la sicurezza. Con il bel tempo di questi ultimi due giorni, la neve si scioglie e la sera strade e marciapiedi diventano patinoires. Che poi a casa di Arno del Curto ci sta pure, penserà qualcuno.
Il fatto è che nel luogo in questi giorni più protetto al mondo, il pericolo non può essere di casa. Ma come fare? Arrivare ai meeting in scarponi da montagna? Alla cena di gala in moon boot? No! Non sta bene. E allora è tutto un metti e togli, uno sfilare scarpe pesanti e infilare tacchi o mocassini luccicanti.
Ci sono poi i più tecnologici, quelli che infilano, sopra i mocassini, sgargianti e mai viste prima babbucce di gomma: i mocassini diventano impermeabili e ramponati e chi li indossa non passa più inosservato neppure accanto alla star di turno.
Per la maggiore però vanno quelle suole chiodate da applicare alle scarpe, che poi quando uno entra in hotel sembra un ballerino di tip tap. Spesso -ahimè - senza la grazia di Fred Astaire. E poi ci sono gli impavidi. Quelli che non rinunciano allo stile molto cool e affrontano la notte in scarpe da tennis… e quasi sempre finiscono sconfitti.
Infine ci sono quelle e quelli che non si fanno problemi e con leggerezza abbinano le scarpe adatte al vestito giusto. Il mondo di Davos si divide anche così.
Pietro Bernaschina