Il teatro di Chiasso e quello di Locarno hanno trovato un modo di collaborare, scambiandosi 1 o 2 spettacoli a stagione, e possono contare su un buon numero di abbonati (nonostante i budget ridotti). La RSI ha intervistato i responsabili delle due realtà per fare il punto.
La particolarità del teatro di Locarno è che non è comunale, la gestione dell'Associazione Amici del Teatro di Locarno ha a disposizione 600'000 franchi all'anno, tutto compreso. Con il suo direttore artistico, Paolo Crivellaro, la RSI ha cercato di capire come si costruisce una programmazione con un budget limitato. "Durante le stagioni teatrali mi sposto in diverse località italiane, Milano, Torino, Roma... ho anche tanti contatti con alcuni teatri dell'Emilia Romagna e quindi vado a vedere gli spettacoli che debuttano, che sono appena usciti e che la stagione successiva io potrò acquistare, ospitare e accogliere nel teatro di Locarno", spiega Crivellaro, che va a teatro fuori sede anche due volte alla settimana. Locarno può contare su un buon numero di abbonati, quasi 500 in crescita. "Ho molta attenzione attraverso il dialogo. Ogni due anni distribuiamo anche un questionario per raccogliere un po' di pareri da parte dei nostri spettatori".
A Chiasso il teatro è del Comune, il budget è ancora più ridotto, circa 200'000 franchi, gli abbonati sono circa 300. La parte variabile, quella degli spettatori di una sera, è però importante. Il direttore è Armando Calvia. "Nel 2022 abbiamo programmato 14 spettacoli (tra questi Lisistrata, con Amanda Sandrelli o Balasso, che ha interpretato Ruzzante)... una proposta articolata, che va a sollecitare pubblici diversi. Facciamo una promozione doppia, che va sia sulla fascia di confine sia sul Canton Ticino", dichiara Calvia.
Locarno e Chiasso collaborano. Significa che si scambiano 1 o 2 spettacoli a stagione. In passato si è ipotizzato che i teatri in Ticino si unissero per vivere meglio. È una via percorribile?
"Io ho provato sulla mia pelle un po' la consorzialità che la Regione Lombardia ha messo nell'ambito dell'opera lirica, dove c'è praticamente una produzione unica di una serie di opere che vengono fatte identiche in diversi teatri e secondo me questo non è stato positivo, per tutta una serie di aspetti. Io credo che ogni realtà debba essere sovvenzionata, sostenuta e ogni realtà deve trovare la propria strada seguendo quelle che sono le indicazioni che vengono da un territorio e dal tipo di pubblico e penso che ci sia spazio per tutti. Oggi è facile anche coordinare eventualmente le date, non sovrapporsi e così via", dice Calvia.

L'ospite, Gardi Hutter
SEIDISERA 09.01.2023, 19:43
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