Si sono dati appuntamento mercoledì in piazza Governo per manifestare la propria ferma opposizione alla diminuzione delle rendite pensionistiche. Sono circa un migliaio le persone accorse questo pomeriggio alla mobilitazione promossa dall’ErreDiPi - la Rete per la Difesa delle Pensioni - con il sostegno di sindacati e associazioni. È la seconda chiamata per i dipendenti pubblici, dopo quella di settembre che aveva riunito oltre 3'000 persone.
Il nocciolo della questione è il risanamento della cassa pensioni dello Stato (IPCT - Istituto di previdenza del Canton Ticino) che conta oltre 16'000 affiliati. La politica ha proposto una riduzione del 20% delle rendite e proprio per far pressione sul Parlamento, che al momento è riunito dentro Palazzo delle Orsoline, i manifestanti faranno il giro dell’edificio circondandolo in modo simbolico per rafforzare il loro messaggio.
I messaggi lanciati alla politica
Messaggio che di fatto è la richiesta di ridiscutere questa riduzione a 10 anni di distanza dal passaggio dal primato delle prestazioni al primato dei contributi, che aveva già diminuito le rendite di un altro 20%.
Dalla piazza Enrico Quaresmini del gruppo "Rete per la difesa delle pensioni” riassume per la RSI il contenuto della risoluzione che verrà adottata oggi: "Ribadiremo la nostra opposizione a qualsiasi diminuzione delle rendite. Chiederemo inoltre di essere ricevuti e di poter partecipare alle negoziazioni. Chiediamo una discussione aperta perché stanno cambiando alcuni parametri economici-finanziari decisivi. È comunque evidente il tentativo di spostare la discussione a dopo le votazioni”.
Dalla prima manifestazione a oggi sono passati quasi 3 mesi. È stata formata una tavola di lavoro che ha permesso alla ErreDiPi di discutere con due consiglieri di Stato, Bertoli e Vitta. Questo significa che ErreDiPi non ha ottenuto quello che voleva?
"Il taglio è rimasto - risponde Quaresmini -. Massiccio, indiscriminato e ingiusto. Io non lo accetto e come me non lo accettano altre 17’000 persone".
Ad alzare la tensione c’è poi l'inchiesta disciplinare aperta dal governo contro due persone dell’ErreDiPi, tra cui lo stesso Quaresmini, per aver utilizzato l’indirizzario di posta elettronica dell’Amministrazione Cantonale per informare sulle attività e la campagna contro questo secondo taglio. ErreDiPi ha parlato di tentativo di intimidazione: ma siamo davvero a questi livelli? "Non lo so, voglio solo ringraziare chi ha manifestato a me e a Paolo solidarietà", conclude il promotore della protesta.
Una mobilitazione, quella di Bellinzona, che non si esaurisce oggi, ma che dà già appuntamento per una nuova giornata d’azione il prossimo 15 marzo.
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