"Czech Songs", PentaTone (dettaglio copertina)
La Recensione

“Czech Songs”

Canti dal cuore dell’Europa

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  • Ieri
  • 25 min
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In quel cuore pulsante della musica e della cultura europea che in epoca moderna è stata la Mitteleuropa, la Boemia e le regioni circostanti hanno sempre avuto una sorta di statuto speciale, con Praga nel ruolo di seconda capitale dell’Impero e anche concorrente molto agguerrita di Vienna, in campo musicale e non solo. Sarà magari banale dirlo in questi termini, ma questo album “Czech Songs” ha anch’esso davvero qualcosa di speciale. Edito da PentaTone e affidato alle cure amorevoli, si direbbe, di Magdalena Kožená, Sir Simon Rattle e la Czech Philharmonic, suona come la rivelazione di un mondo musicale di cui è ben nota, certo, la ricchezza, ma che qui si rivela in vesti quasi insospettabili. Forse persino troppo sfarzose, in virtù di alcune orchestrazioni, per altro molto suggestive, di brani originariamente concepiti (in qualche caso forzatamente) per canto e pianoforte. Come ad esempio Lullaby (Wiegenlied) di Gideon Klein, una melodia tradizionale che il giovane compositore arrangiò nel 1943 nel campo di concentramento di Terezin, per poi approdare l’anno successivo ad Auschwitz, e morire poco dopo appena 25enne. Sorte simile a quella di Hans Krása, presente in questo disco con i suoi Quattro Canti op. 1 per voce e pianoforte, anch’essi in veste orchestrale. Pagine tutte da scoprire e gustare, ma lo stesso vale per la manciata di Lieder di Dvořák e per due raccolte di Bouslav Martinů, gioielli forse di questa preziosa antologia: i sette Canti in una pagina e sopratutto Nipponari, sette canti per voce femminile e piccola orchestra.

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