musica
La Recensione

“Sacro e profano”

Le nuove frontiere del fischio melodico

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  • 02.10.2024
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Di: Paolo Prato 

Sacro e Profano (Elma Records) è il quarto album di Elena Somarè, l’artista che da anni ha rilanciato l’antica tecnica del fischio melodico portandola a confrontarsi con i generi più disparati. Dopo averne sperimentato gli effetti sulla canzone napoletana, il repertorio latino e il pop/rock Somarè, milanese da tempo residente nella Capitale esplora le sonorità della musica sacra a cui contrappone una serie di danze e brani d’ispirazione popolare. Bach succede a una tarantella inedita, Casta diva a una danza latina, l’Ave Maria di Schubert al coro dei bambini della Carmen trasformato in una tammuriata. E così via, lungo un percorso sorprendente per l’originalità delle scelte che si smarcano dall’effettismo o dal pittoresco che contraddistingue la pur nobile tradizione dei whistlers per intraprendere strade non ancora battute nell’affollata galassia delle cover. Un talento, il suo, che l’ha portata a collaborare, fra gli altri, con registi del calibro di Paolo Sorrentino, Pupi Avati e Valeria Golino. Accanto a Elena Somarè sfilano lo svedese Mark Hedberg, autore degli arrangiamenti che spaziano dal jazz alla musica da camera - oltre a tutti gli inediti - l’arpista paraguaiano Lincoln Almeida e il tastierista Gianluca Massetti, a cui si aggiungono ospiti illustri tra cui l’ultimo batterista di Zappa Morgan Agren, il flautista classico Andrea Griminelli e il percussionista Giovanni Imparato.

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