Ivo Antognini è uno di quei musicisti che si deve conoscere attraverso la sua musica. Una musica che parla, spesso sussurra, a volte grida ma sempre con garbo e con l’intensità dell’animo del suo creatore. Un creatore la cui esperienza musicale vanta un percorso che dal jazz lo ha portato alla polifonia più cristallina, e dalle prime esperienze alla fama – oggi - in tutto il mondo, da Occidente a Oriente, nel nome della musica corale.
Quella di Antognini è musica che dialoga con lo spirito degli esseri viventi e lo arricchisce, lo colma e lo rinfranca nel costante bisogno di riempire quei vuoti che il vivere contemporaneo, violentemente, è capace di imporre. È musica oltre il tempo e oltre lo spazio e sia che attraversi percorsi sacri, sia che attraversi la narrazione del quotidiano, veicola sempre un messaggio che eleva e appaga.
Come il suo ultimo disco dall’evocativo ritolo “Come to me in the silence of the night” che per la casa discografica Hyperion porta la firma prestigiosa del Coro del Trinity College di Cambridge diretto da Stephen Layton. Un prodotto discografico di altissimo livello che svetta nelle classifiche internazionali, ovvero dove Antognini è più conosciuto. Da non perdere.
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