Endlessness è il secondo e nuovissimo lavoro discografico della polistrumentista e compositrice belga, con residenza a Londra. Un disco particolarmente accattivante, perché mette insieme le sonorità che hanno contraddistinto il precedente lavoro (Space 1.8) con l’elettronica molto più calda, a tratti acida. L’arpista – e non solo – belga/caraibica rimette in gioco uno strumento che, soprattutto nel jazz e nella musica popular, sembrava aver perso visibilità. Il debito nei confronti di Alice Coltrane è chiaro e dichiarato, ma qui Nala Sinephro mette in campo tutto il suo scibile elettronico, accasando anche i sintetizzatori in un contesto apparentemente cameristico. L’occasione è grata anche per parlare del ruolo dell’arpa, visti i successi di Brandee Younger e Amanda Whiting e dell’ambient jazz, “genere musicale” al quale viene ricondotta la vena compositiva di Sinephro.
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