Qual è il senso della memoria? Quale il miglior modo di ricordare una immane tragedia? I sopravvissuti all’Olocausto ci hanno messo anni per raccontare la loro esperienza. Ad un anno dal massacro del 7 ottobre, la comunità del Kibbutz Be’eri, uno dei più colpiti nella strage, si sta interrogando se e come ricordare la tragedia che è ancora in corso, dal momento che suoi membri sono ancora a Gaza come ostaggi. Ad un anno, le case sono ancora distrutte e la puzza di bruciato è viva. Come il suono delle sirene, il rumore delle esplosioni e il fumo dei bombardamenti che si vedono a pochi chilometri di distanza. Un promemoria continuo. Ha senso un museo della strage? Come si onora il ricordo delle vittime? La ferita è ancora troppo sanguinante e la comunità, una delle più progressiste, da sempre vicina anche a coloro che quella strage l’hanno compiuta, è divisa su questi temi e sparpagliata lontana dal Kibbutz. Che non sa ancora che aspetto avrà a venire.
Con le testimonianze di Nili Bar-Sinai, Danny Majzner, Alon Pauker, Avi Sefar. E le voci di Daniele Furlon, Giuseppe Picciano, Kristian Fabbri e Marianna Delle Vedove.
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