A 77anni, 20 anni dopo la sua prima vittoria, dopo oltre 500 giorni di prigione. Luis Inacio Lula da Silva è di nuovo Presidente del Brasile. Una vittoria stiracchiata, a separarlo dal presidente uscente Jair Bolsonaro, che ha operato una rimonta incredibile rispetto al primo turno, circa 2 milioni di voti. (50,9% contro il 49,1%). Un’elezione decisamente meno scontata del previsto, che dava, già al primo turno, l’ex presidente Lula Da Silva ampiamente in vantaggio su Bolsonaro. Sullo sfondo un paese spaccato in due, in questa campagna iper polarizzata dove si è tanto sentita la mancanza di una “terza via”, di un terzo contendente valido che potesse inserirsi fra i due. Una campagna fatta di attacchi personali anche violenti in cui sono d’altro canto mancate le considerazioni programmatiche e politiche sul futuro del Paese. E sono molte le questioni in gioco anche per chi osserva da lontano l’elezione brasiliana: dal posizionamento sullo scacchiere internazionale della maggior potenza economica dell’America latina, alla questione ambientale in Amazzonia che di fatto ha congelato gli accordi di libero scambio con l’Europa.
Ne parliamo con:
Emiliano Guanella, collaboratore RSI dal Sud America
Antonella Mori, direttrice del programma America latina dell'ISPI di Milano ed economista dell'Università Bocconi.
Alberto Eisenhardt, expat ticinese responsabile ONG Associazione Casa dos Curumins
Modem va in onda in replica su Rete Due alle 18 e 30. Le nostre puntate possono essere sempre scaricate dal sito rsi.ch
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