Il NO è stato più che chiaro: oltre il 59%. E ha prevalso in tutti i cantoni tranne a Nidwaldo, Zugo, Ticino e Vaud. La terza riforma dell’imposizione delle imprese non supera lo scoglio delle urne e torna al mittente. Per il Consiglio federale e il ministro delle finanze Ueli Maurer la sconfitta è cocente. Piange anche tutto il settore economico, i cui timori non hanno convinto. La maggioranza della popolazione ha preferito ascoltare
Chi si è detto preoccupato che gli sconti alle aziende avrebbero compromesso la capacità dello stato di assicurare servizi e prestazioni indispensabili.
Ora che ne sarà? Come reagirà l’economia al momento d’incertezza fiscale nel quale l’ha fatta entrare questo voto? Alcune società sceglieranno davvero di traslocare in altri paesi per questioni fiscali? La risposta la daranno i mesi e gli anni a venire. Intanto, per la Svizzera, resta l’imperativo di adeguarsi ai dettami internazionali e di trovare il modo di introdurre un sistema d’imposizione che tratti tutte le persone giuridiche nello stesso modo. Ci sono poco meno di due anni per trovarlo. Governo e parlamento ci riusciranno?
Modem ne parla con:
Giovanni Merlini, consigliere nazionale PLR
Raoul Paglia, economista e fiscalista, titolare di una fiduciaria
Carlo Sommaruga consigliere nazionale PS
Christian Vitta, consigliere di stato ticinese
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