Albert Einstein ha incontrato la Morte prima della sua dipartita. È stata lei a mettergli fretta di finire uno dei suoi mirabolanti lavori sullo spazio-tempo, senza poi portarlo con sé nell’aldilà. O perlomeno così narra lo scrittore Dino Buzzati nella storia Appuntamento con Einstein. Il racconto è stato pubblicato per la prima volta nel 1950 e anticipa di soli cinque anni la scomparsa del fisico, avvenuta improvvisamente il 18 aprile 1955 per un’emorragia addominale in un ospedale di Princeton, negli Stati Uniti. A settant’anni di distanza, la figura dell’intellettuale tedesco resta un’icona della fisica contemporanea, simbolo inequivocabile e universale di genialità.
Einstein è morto, viva Einstein!
Alphaville 18.04.2025, 11:45
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Molte delle scoperte che lo hanno reso celebre in tutto il mondo sono però avvenute mentre viveva in Svizzera, tra Zurigo e Berna. Infatti, dopo essere cresciuto nel sud dell’attuale Germania, ha conseguito una laurea al Politecnico Federale di Zurigo nel 1900 per poi dedicarsi a un dottorato di ricerca all’Università di Zurigo. Concluse gli studi nel 1906 mentre viveva a Berna per lavorare all’ufficio brevetti, dove restò fino al 1909.
Oggi, nella capitale della Confederazione la sua memoria è onorata dall’Albert Einstein Center for Fundamental Physics (Centro Albert Einstein per la fisica fondamentale), un insieme di laboratori teorici e sperimentali dedicati a continuare l’esplorazione dell’universo.
Dopo il periodo svizzero, diresse l’Istituto di Fisica dell’Università di Berlino fino al 1933. In quegli anni raggiunse la fama mondiale grazie alla diffusione delle sue teorie e, soprattutto, al premio Nobel conferitogli nel 1921.
L’altra metà di Einstein: la geniale compagna del ragazzo spettinato
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Descrivere le scoperte che hanno fatto di Albert Einstein lo scienziato più celebre del Ventesimo secolo è tutt’altro che facile. Primo, perché molte di queste coinvolgono complesse concezioni dello spazio-tempo, dell’energia o della materia. Secondo, perché le pubblicazioni degne di nota sono estremamente numerose, anche in confronto ad altri nomi di grosso calibro.
Certo è che il 1905 sia stato il suo annus mirabilis, quello in cui con una serie di quattro pubblicazioni ha cambiato per sempre la fisica e, attraverso di essa, il mondo. Una di queste riguarda il cosiddetto “moto browniano” delle particelle, ovvero il movimento disordinato di piccole particelle in un fluido, come ad esempio del polline che si muove sulla superficie dell’acqua.
Poi ci sono le due pubblicazioni alle quali l’immaginario collettivo collega Albert Einstein ancora oggi: una illustra la teoria della relatività speciale, che descrive il moto dei corpi a velocità prossime a quelle della luce, e l’altra include la formula E = mc^2, ovvero l’equivalenza tra la massa e l’energia, che in seguito verrà ampiamente sfruttata per sviluppare le centrali nucleari.
Il quarto articolo dell’annus mirabilis di Albert Einstein parla dell’effetto fotoelettrico il quale, sebbene non goda di altrettanta fama tra il grande pubblico, fu il motivo principale per il quale gli venne assegnato il premio Nobel nel 1921. Ricorrendo al concetto di “particelle” di luce, i fotoni, e mettendo in relazione la frequenza della luce, ovvero il colore, con la sua energia, il fisico spiegò questa particolare interazione tra la luce e delle lastre di metallo. Oggi, il principio dell’effetto fotoelettrico, da cui ha poi preso il via la rivoluzione della fisica quantistica, viene ad esempio sfruttato per costruire le fotocamere digitali.
Macchine del tempo
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Pochi anni dopo, nel 1915, pubblicò la straordinaria teoria della relatività generale, che presentò la gravità in maniera inaudita. Oltre ai suoi indispensabili usi in astronomia e cosmologia, la relatività generale permette ai sistemi GPS attuali di funzionare correttamente.
Negli anni Venti, collaborò alla teorizzazione del “condensato di Bose-Einstein”, uno stato quantistico della materia dove gli atomi si raffreddano quasi fino allo zero assoluto. Il condensato di Bose-Einstein è raggiungibile solo in condizioni controllatissime e la sua realizzazione sperimentale nel 1995 permise agli americani Eric Cornell, Carl Wieman e Wolfgang Ketterle di vincere il premio Nobel.
Infine, anche una lista non esaustiva delle scoperte di Albert Einstein come questa non può ignorare il cosiddetto “Paradosso Einstein-Podolski-Rosen”, un conflitto concettuale tra la teoria della relatività e quella della meccanica quantistica che costituisce ancora uno dei maggiori punti interrogativi della fisica contemporanea.
Paradossi quantistici
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Oltre ad essere stato un grande scienziato, Albert Einstein è stato anche un fervente pacifista. Da giovane ha rinunciato alla nazionalità tedesca pur di evitare il servizio militare, mentre durante la Prima Guerra Mondiale espresse la sua contrarietà attraverso un manifesto contro l’intervento tedesco firmato assieme ad altri intellettuali. All’inizio degli anni Trenta, prese decise posizioni contro l’insorgenza del nazismo. Le sue origini ebraiche lo costrinsero a emigrare definitivamente negli Stati Uniti, a Princeton, dove si spegnerà vent’anni più tardi.
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