Paralimpiadi 2022

La Svizzera, la Cina e l'invalicabile bolla

Personalissimo consuntivo delle Paralimpiadi invernali di Pechino

  • 14 marzo 2022, 09:00
  • 23 giugno 2023, 16:28
Closed loop

Il famigerato "closed loop"

  • Keystone

Dall'inviato a Pechino Marcello Ierace

La Svizzera: una medaglia era stata messa a preventivo e una medaglia è arrivata. Insomma, realismo (del capodelegazione Roger Getzmann) batte ottimismo (nostro) uno a zero. Evidentemente dall'interno si sapeva che le condizioni di alcuni atleti non erano propriamente al top perché si potesse sperare in qualche particolare exploit e immaginare un'altra tripletta d'oro di Théo Gmür era alquanto improbabile. Al raddoppio ci si è però andati vicini: con il giovane vallesano e suoi due quinti posti in super G e in gigante e con Thomas Pfyl, quarto in slalom. Ad ogni modo i risultati rispecchiano i valori messi sulle piste e, dunque, se si vuole di più bisogna investire di più. Magari, come preannunciato, proprio iniziando dallo snowboard dove il margine di miglioramento è particolarmente ampio e la concorrenza non ha ancora raggiunto livelli stellari come, ad esempio, nel fondo dove la gran parte degli atleti è di fatto ormai votata al professionismo.

La Cina: passare da 1 - dicasi una! - medaglia conquistata in tutte le edizioni delle Paralimpiadi invernali sommate assieme (sì perché quella conquistata a PyeongChang dal curling era la prima della storia) a 61 (!) non può nemmeno essere considerato un miglioramento. È una rivoluzione culturale. Talmente clamorosa ed esagerata da far storcere il naso a qualcuno. In molti ci hanno raccontato - a grandi linee, e sempre rigorosamente a microfoni spenti - come sono andate le cose. Al momento dell'assegnazione dei Giochi si è investito in modo mastodontico: atleti impegnati praticamente sette giorni alla settimana per sei anni, strutture all'avanguardia e soprattutto know-how importato dall'estero, soprattutto dall'Europa. Sono infatti stati numerosissimi gli allenatori occidentali impegnati in Cina in questi anni con il preciso (e spesso unico) scopo di ottenere quanti più successi possibili in queste settimane. Da oggi, tutti a casa. I contratti (ma anche i visti) di quasi tutti questi tecnici sono infatti scaduti proprio oggi, il giorno dopo la fine delle Paralimpiadi. E domani? Ci si penserà.

La bolla: settecento metri circa, metro più metro meno. È la distanza tra il nostro albergo e i principali impianti sportivi di Pechino che hanno ospitato le Paralimpiadi. Peccato che, a causa della bolla anticovid, per spostarsi (atleti, staff e tutti gli addetti ai lavori) da un luogo all'altro sia strettamente obbligatorio utilizzare i bus di Beijing 2022. Settecento metri si trasformano così in due bus e in (almeno) un'ora buttata via. Ogni giorno, per ogni spostamento. Gli alberghi e tutti gli impianti inseriti nella bolla sono recintati con tanto di check point armato all'entrata e telecamere stile Grande Fratello. Le strade sono transennate e quando si viaggia sui mezzi pubblici (o sulle auto messe a disposizione) non si possono, mai e poi mai, aprire i finestrini. Il senso di oppressione è un tantino evidente. L'hanno chiamato "closed loop" perché "soggiorno sportivo di massima sicurezza" pareva brutto.

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Paralimpiadi 2022, viaggio all'interno della bolla (11.03.2022)

RSI Sport 14.03.2022, 09:00

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