Dall'inviato a Pechino Marcello Ierace
Stanno rispondendo alle bombe con le medaglie. Giorno dopo giorno. L'angoscia, le notti insonni, lo strazio per quello che sta succedendo a casa hanno rappresentato il motore degli atleti paralimpici ucraini qui a Pechino. Una disperazione agonistica inimmaginabile, venendo confrontati in modo orribile dalle incessanti notizie degli attacchi russi ma, al contempo, dai pochissimi contatti diretti coi familiari. Nel medagliere solo la Cina è davanti agli ucraini che nel biathlon sono stati capaci anche di piazzare ben tre triplette. Un bottino al quale, moralmente, vanno pure aggiunti i trionfi dell'americana Oksana Masters, star assoluta del movimento paralimpico e che da sola si è messa al collo cinque medaglie tra fondo e biathlon. La statunitense, nata a due passi da Chernobyl, ha molto a cuore le sorti della terra natìa e anche qui a Pechino si è fatta più volte portavoce di messaggi contro la guerra.
"Ricevo molte notizie dall'Ucraina - ci ha invece raccontato la fondista ucraina Oksana Shyshkova, che pure ha ottenuto ben cinque medaglie tra biathlon e fondo nella categoria Vision Impaired - So che sta morendo tanta gente, ogni giorno. Siamo sempre più stanchi, perché l'angoscia non ci permette di dormire la notte. Ma dobbiamo lo stesso gareggiare e cercare di vincere. Le nostre famiglie sono in Ucraina, sotto le bombe. Non riusciamo ad avere contatti con loro perché l'esercito russo ha attaccato i sistemi di comunicazione. Ancora ieri nel mio paese, a Kharkiv, sono morte altre venti persone e due bambini".
Ogni giorno abbiamo più paura. Dobbiamo tornare in Ucraina, perché abbiamo le nostre famiglie lì. Ma abbiamo davvero tanta paura
Oksana Shyshkova
"Io sono un atleta, faccio quello che posso, è tutto quello che posso fare in questo momento per il mio paese - ha affermato dal canto suo il connazionale Grygorii Vochynskyi, quattro volte sul podio qui a Pechino nella categoria standing - Il mio compito è impegnarmi al massimo e fare tutto per poter vincere una medaglia d'oro. Questo è il nostro lavoro, la nostra vita, ci piace, amiamo l'Ucraina e rappresentiamo il popolo ucraino. Spero davvero che venga fermata questa guerra e che qualcosa possa cambiare".
Così non c’è vita, non c’è futuro per i nostri figli
Grygorii Vochynskyi
Paralimpiadi 2022, l'intervista a Oksana Shyshkova e Grygorii Vochynskyi (11.02.2022)
RSI Sport 12.03.2022, 06:00