Dallo sconforto per una caduta “clamorosa” a quello per una valutazione amarissima. La giornata che ha fatto calare il sipario sulle gare di ginnastica artistica non verrà ricordata come la più fortunata della carriera - sempre e comunque leggendaria - di Simone Biles: persa ogni possibilità di medaglia alla trave, dove Alice D’Amato si è aggiudicata il titolo più prestigioso del suo palmarès, la funambolica statunitense sembrava essersi subito rimessa sulla retta via per il quarto oro parigino, l’ottavo a livello olimpico. Qualche sbavatura di troppo, tuttavia, ha indotto i giudici a relegarla alle spalle di Rebeca Andrade, la nuova regina del corpo libero: il tutto per un’inezia, 14,166 punti contro 14,133.
In ambito maschile, invece, quella scattata alla Bercy Arena è una festa dai suoni asiatici. Prima il cinese Jingyuan Zou, già argento ieri agli anelli, ha sbaragliato la concorrenza danzando fra le parallele, poi il giapponese Shinnosuke Oka - bronzo nella gara appena citata - ha approfittato degli errori altrui per imporsi alla sbarra: nulla da fare, neanche stavolta, per Weide Su (quinto), già sfortunatissimo protagonista del concorso a squadre.