Cultura

La più grande scienziata di Hollywood

A 110 anni dalla nascita, Hedy Lamarr non è mai stata tanto viva, nel suo cinema come nelle sue invenzioni

  • 27 dicembre, 14:03
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Di: Nicola Lucchi 

L’effetto alone porta chi ci osserva a giudicarci sulla base di un singolo tratto della nostra persona, influenzando automaticamente tutti gli altri. Un errore cognitivo che, fra i tanti esempi che si potrebbero citare, conduce a credere che una persona esteticamente bella debba essere allo stesso tempo piacevole e intelligente. In effetti, come sostenuto dall’analisi svolta da Tonia Frevert e Lisa Slattery Walker, ricercatrici presso l’Università del North Carolina, gli studenti più belli tendono ad essere giudicati dagli insegnanti come più competenti. A questo punto, con un piccolo sforzo di immaginazione possiamo visualizzare una giovanissima Hedy Lamarr, ai tempi Hedwig Eva Maria Kiesler, seduta nei banchi della scuola secondaria di Döbling, intenta a misurare “scientificamente” il peso della propria bellezza. Come del resto scrisse il Premio Pulitzer Richard Rhodes, biografo della diva: “Hedy ha sempre avuto la sensazione che le persone non l’apprezzassero per la sua intelligenza, come se la sua bellezza rappresentasse un ostacolo.” Un infelice destino comune a molte dive e a molte donne, ma che nel caso di Hedy Lamarr assume un valore emblematico, perché “la donna più bella del mondo”, come fu più volte definita durante la sua carriera d’attrice, era anche una grande scienziata.

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Sebbene rinunciò agli studi di ingegneria per tuffarsi a capofitto nel mondo del cinema quando non era ancora maggiorenne, nell’universo di Hedy non sarebbe mai mancata la passione per lo studio. Nel suo Hedy’s Folly: The Life and Breakthrough Inventions of Hedy Lamarr, the Most Beautiful Woman in the World, è sempre Richard Rhodes a ricordare che nella casa della diva c’era sempre “un tavolo da disegno e un’intera parete piena di libri di ingegneria. Era un hobby preso molto seriamente.” La passione per il mondo della scienza fu superata però da quella per lo spettacolo, e la convocazione a Hollywood, malgrado le perplessità di Louis B. Mayer, sancì la consacrazione di Hedy a stella del cinema. Mayer aveva visto Estasi (1933) di Gustav Machatý, opera giudicata scandalosa dal pubblico dell’epoca poiché la protagonista, interpretata da Lamarr, abbandonava il compagno per vivere in libertà la propria sessualità. Come se non bastasse, fu uno dei primi film per il grande pubblico a contenere una scena di nudo integrale. Non c’è dubbio che Mayer abbia gradito il corpo senza veli della sua futura attrice, ma altrettanto sicuro è che, da benpensante qual era, vide quel genere di prodotto non adatto a Hollywood. Per cambiare idea bastarono pochi anni, perché l’obiettivo del più grande produttore d’America fu presto quello di trasformare Hedy nella nuova Greta Garbo.

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La fuga dalla follia nazista fece il resto, in tutti i sensi, poiché una volta firmato il contratto per il suo primo film americano, la lotta contro gli orrori della Germania di Hitler divenne per lei una missione. Un’americana nella Casbah (1938) non fu un grande successo, ma certo servì a settare le caratteristiche principali di un’attrice che presto, grazie alle collaborazioni con alcuni dei più importanti registi dell’epoca, si fece strada nella vita degli americani, tanto da ispirare Bob Kane per la creazione di Selina Kyle, successivamente chiamata Catwoman, nella prima edizione del fumetto Batman (1940). Ecco allora che, tra una collaborazione con King Vidor e un’altra con Clarence Brown, tra Clark Gable e James Stewart, riemerse il suo impegno contro la guerra ma, soprattutto, giunse il fatidico incontro col compositore George Antheil, al quale Hedy sottopose la sua idea: un sistema per contrastare segnali radio per il telecontrollo dei siluri. I due lavorarono assiduamente per giorni, per lo più nelle ore notturne, e tra una sonata al pianoforte e qualche ora spesa a indovinare canzoni si ritrovarono presto un progetto tra le mani. Nell’agosto del 1942 il brevetto fu registrato, ma la marina statunitense, così come l’Inventor’s Council, non diedero troppo peso all’invenzione, forse proprio perché pensata da una diva hollywoodiana e da un musicista. Per nulla intenzionati a demordere, i due presentarono così il progetto per un missile antiaereo che suscitò ancor meno interesse. Tutto cadde nel dimenticatoio, la guerra finì e Hedy continuò la sua carriera d’attrice nella costante frustrazione di chi è conscio di valere più della propria bellezza.

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La carriera cinematografica di Hedy Lamarr si chiuse sul finire degli anni Cinquanta, ma la sua influenza sulla cultura popolare è tutt’ora viva non solo grazie al suo cinema, ma per merito del suo genio. Nel 1985 fu infatti tolto il segreto militare sul suo brevetto e chiunque, nel mondo della scienza e delle comunicazioni, si accorse finalmente del potenziale della ricerca. Il brevetto Kiesler/Antheil è ancora oggi alla base di molte tecnologie wireless come il Wi-Fi e il Bluetooth, nonché elemento fondamentale per la sicurezza delle comunicazioni. Naturalmente, non mancarono a questo punto che numerosi riconoscimenti, tra i quali, nel 1998, la medaglia Kaplan. L’età avanzata, così come lo stato di salute, non permisero a Hedy di ritirarla personalmente, ma il mondo era ormai proiettato grazie a lei verso un futuro fatto di iperconnessioni e comunicazioni istantanee. Profetiche suonano allora le parole che la scienziata pronunciò circa mezzo secolo prima di quel premio: “Il mondo non sta diventando più facile. Con tutte queste nuove invenzioni credo che le persone siano più frettolose. La via frettolosa non è la via giusta; hai bisogno di tempo per tutto: tempo per lavorare, tempo per giocare, tempo per riposare.” Hedy Lamarr si spense il 19 gennaio del 2000: l’inizio di un nuovo millennio del quale sarebbe stata la protagonista, se non col suo volto, certamente con le sue idee. 

14:53

Torpedo Duet - La prima invenzione (8./15)

Colpo di scena 19.10.2022, 15:30

  • Cappa & Drago

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