Molti anni fa, una storia personale mi ha toccato profondamente. Ho incontrato una ragazza con un disturbo borderline di personalità. La nostra amicizia è stata difficile, segnata dalla sua dolcezza quanto dalla sua fragilità. Se da un lato tentavo di aiutarla, dall’altro mi rendevo conto che ciò di cui aveva bisogno andava oltre le mie possibilità: serviva un supporto diverso, più professionale, che però lei purtroppo, non era pronta ad accogliere.
Un giorno, dopo una lite particolarmente intensa, accadde qualcosa che non ho mai dimenticato. Davanti a uno specchio, la ragazza iniziò a ballare senza musica, alternando sorrisi, lacrime e canti. A tratti forse riusciva addirittura a fare tutte quelle cose contemporaneamente.
L’ho capito solo qualche tempo dopo, quel momento potente e surreale racchiudeva tutta la complessità del suo mondo interiore. Dopo quella volta, le nostre strade si separarono; eppure, il ricordo di quel frammento di vita – la sua dolcezza, la sua confusione – mi accompagnano ancora oggi.
Anche se TAXI! non parla direttamente di quella ragazza, le somiglia maledettamente. È un doppio viaggio nell’universo interiore degli esseri umani: il primo si muove tra la città, tra le strade che si intrecciano come vite, con la stessa grazia di un ballo e la luce di un sorriso; il secondo scende in profondità, forse richiamando le sue lacrime, quelle che scivolano nell’anima del protagonista, Carlo: il tassista.
Scrivendo queste righe, capisco quanto non sia un caso che l’idea della scrittura sia nata durante la pandemia, un momento in cui il mondo si è fermato e le grandi domande si sono fatte inevitabili. Quella voglia di movimento, incarnata dal taxi, si univa al bisogno di interrogarsi sul senso di tutto.
Quando ho terminato di scrivere TAXI!, ho avvertito un vuoto. Quelle storie avevano bisogno di una scintilla, di una voce capace di dare loro vita e profondità. È stato allora che ho coinvolto due artisti straordinari, Carlo Valli (voce di Robin Williams e di tanti altri personaggi d’animazione hollywoodiani) e Cristina Giachero (sua compagna di scena e di vita, anche lei attrice e attiva da molti anni nel campo del doppiaggio come direttrice, dialoghista e doppiatrice). Con il loro talento hanno trasformato parole in emozioni palpabili, rendendo la narrazione viva, un viaggio che scava nella complessità dei rapporti umani, tra la fragilità e la forza, tra la vulnerabilità e la ricerca incessante di sé stessi.
Eppure, c’è una storia nel podcast che non è stata solo interpretata, ma vissuta in prima persona. Le ultime due puntate custodiscono la testimonianza di Sofia, una donna che ha trovato il coraggio di raccontare ciò che ha subito: venduta dalla propria famiglia in Nigeria, intrappolata nella tratta di esseri umani destinati alla prostituzione.
Ripensare a quel racconto mi fa ancora rabbrividire. Sofia non ha solo condiviso il suo dolore; ha illuminato le ombre che spesso restano nascoste, trasformando la sua esperienza in una luce necessaria, come quelle di una città che di notte illumina le strade di un solitario tassista che accompagna i clienti attraverso una multietnica città metropolitana. Grazie Sofia per avermi insegnato cosa significa essere coraggiosi e grazie per essere salita a bordo assieme ai passeggeri dell’auto di Carlo, che trasformano ogni corsa in un viaggio inatteso, mutando la notte e la sua vita in qualcosa di straordinario.
TAXI! è più di una storia: è un invito a perdersi per ritrovarsi, una riflessione sull’umanità e sulle domande che, in fondo, ci rendono tutti uguali.
TAXI! è una coproduzione RSI, con Scena Nuda e il regista Gilberto Martinelli (Lambda S.r.l), già vincitore di un David di Donatello. I protagonisti sono le voci dei più grandi doppiatori italiani e la colonna sonora, firmata dal musicista Stefano Berto, aggiunge ulteriore profondità al progetto.