Buddhismo

Corpo di luce o di arcobaleno, “risorgere” nel buddhismo

Per alcuni si tratta solo di una leggenda affascinante - Eppure esistono numerose testimonianze documentate di questo fenomeno - Lo studio di padre Francis Tiso, docente in Gregoriana

  • 28 gennaio, 14:00
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  • Keystone
Di: Guido Ferrari, giornalista, regista, autore per anni alla RSI

Alcuni grandi yoghi del buddhismo tibetano, giunti in età avanzata, si ritirano nella propria cella e chiedono ai monaci di lasciarli tranquilli. Entrano in una profonda meditazione e lasciano il corpo. Questo evento è spesso accompagnato da manifestazioni straordinarie: forti luci, suoni e arcobaleni. Quando i monaci riaprono la cella, trovano solo il saio, i capelli e le unghie dello yoghi. Il corpo si è trasformato in luce. I presenti riferiscono di vedere lo yoghi defunto apparire con il suo corpo di luce.

Solo una leggenda affascinante? No. Esistono numerose testimonianze documentate di questo fenomeno. Ad esempio, Namkhai Norbu, maestro buddhista e docente presso l’Istituto Orientale di Napoli, ha raccolto nel suo libro Corpo di luce. La vita e la realizzazione di Togden Ugyen Tendzin numerose prove e racconti.

Ma come si può spiegare la trasformazione del corpo in luce? Nel buddhismo tibetano, si insegna che all’origine di tutto c’è la coscienza pura, che si manifesta nel corpo umano attraverso la combinazione di cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Questi elementi rappresentano stati di coscienza. Ad esempio, la terra esprime stabilità e concretezza, mentre il fuoco rappresenta la vitalità.

Il corpo umano è considerato uno strumento con cui, attraverso una vita armoniosa, si purificano questi elementi dai veleni della mente: ignoranza, attaccamento e avversione. Quando si raggiunge la purezza, si torna alla coscienza primordiale, alla chiara luce da cui tutti proveniamo. A quel punto, gli elementi si dissolvono in luce, suoni e arcobaleni. Il corpo di uno yoghi che ha raggiunto tale realizzazione scompare: si è trasformato in luce.

Il corpo di luce diventa così un ponte tra la dimensione fisica e quella spirituale, un tema che ha affascinato per secoli teologi e mistici.

Nella tradizione cristiana, si ricorda la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, dove appare in una figura luminosa, e la sua manifestazione gloriosa dopo la resurrezione. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il fenomeno del corpo di luce o di arcobaleno possa offrire una chiave per comprendere il mistero della resurrezione.

Padre Francis Tiso, sacerdote cattolico e teologo, già docente di buddhismo tibetano all’Università Pontificia Gregoriana, ha condotto studi approfonditi sul tema, viaggiando in Tibet. I suoi risultati sono raccolti nel volume Rainbow Body and Resurrection: Spiritual Attainment, the Dissolution of the Material Body, and the Case of Khenpo A Chö (North Atlantic Books, 2016), pubblicato di recente anche in francese come Corps arc-en-ciel et résurrection: La dissolution du corps dans le dzogchen et le christianisme ancien.

Padre Tiso ha raccolto e verificato numerose testimonianze di discepoli di grandi maestri tibetani che avrebbero sperimentato il corpo di luce o di arcobaleno. Attraverso uno studio comparativo delle tradizioni cristiane e orientali, sostiene che il corpo di luce rappresenti la suprema trasformazione spirituale del potenziale umano. Questa trasformazione, secondo Tiso, può anche spiegare la scomparsa del corpo di Gesù dopo la sepoltura e la sua successiva apparizione in una nuova forma. Gesù, pur riconoscibile, appare dotato di qualità trascendenti: può attraversare pareti, manifestarsi e scomparire. Il suo corpo ha acquisito le caratteristiche del corpo di luce.

La resurrezione, quindi, potrebbe essere interpretata come un fenomeno simile al corpo di luce o di arcobaleno descritto nel buddhismo tibetano: un corpo che scompare e si trasforma in luce, visibile solo a chi è spiritualmente evoluto.

Gesù, spiega Padre Tiso, attraverso una vita di preghiera e di unione con Dio, avrebbe raggiunto i più alti livelli di spiritualità, proprio come i grandi yoghi. Il suo corpo di luce diventa un simbolo potente, che invita a riflettere sul potenziale umano di crescita spirituale e trasformazione.

La resurrezione, in questa visione, ci ricorda che siamo spirito e non solo materia. Questo concetto contrasta la visione materialista della realtà e offre all’umanità una speranza: quella di poterci trasformare, operando per il bene e aspirando a una vita più elevata.

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