Storie

Io, prete «salvato dai migranti»

Alla RSI parla don Mattia Ferrari, cappellano sulla nave della ONG Mediterranea Saving Humans

  • Oggi, 11:00
17:55

Laura Crameri

Strada regina 14.12.2024, 18:35

Di: Red. 

Dal centro della Pianura Padana, esattamente da Nonantola in provincia di Modena, il mare dista 150 km. Per non parlare di quanto sia lontana l’Africa o la Siria o l’Afghanistan da cui provengono, via mare, su barconi di fortuna, i migranti. Eppure don Mattia Ferrari, nato a Nonantola (MO) nel 1993, è stato «salvato dai migranti». Ed è stato salvato in mare, sulla nave della ONG Mediterranea Saving Humans. È il 2019 quando don Ferrari diventa cappellano di bordo, con il sostegno e l’appoggio dei vescovi italiani e le parole di incoraggiamento di papa Francesco. Nel 2020 racconta l’inizio della sua esperienza insieme al giornalista Nello Scavo, in «Pescatori di uomini» per Garzanti, da pochi mesi è uscito il suo secondo libro «Salvato dai migranti», per EDB, in cui ripercorre la sua esperienza personale e umanitaria, dando voce alle storie di vita incontrate nel suo cammino tra sofferenze e speranze per il futuro. Di tutto questo, come riferisce cath.ch, è lui stesso a parlare all’interno di Strada Regina, settimanale cattolico della RSI.

«Cosa mi ha insegnato questa storia? Che se apriamo il nostro cuore ai poveri, agli scartati, agli ultimi del mondo, se accettiamo di vivere l’avventura di diventare davvero loro amici e fratelli, allora la vita ci sorprenderà. Perché laddove si permette alla forza dell’amore di sprigionarsi, la vita sorprende e accade quello che mai ci si sarebbe aspettati». Mentre scrivo arriva la notizia di una bambina, sola, di 11 anni, unica superstite di un naufragio in alto mare segnalato tre giorni fa. Tre giorni e tre notti in mare aperto, con i suoi cari probabilmente affogati vicino a lei, aggrappata ad una camera d’aria. Viviamo un tempo dove l’amore per il prossimo è normalizzato, negativizzato, definito buonismo e dove «il prete di Mediterranea», viene definito così in tono dispregiativo. Ma la definizione di quel che fa don Mattia Ferrari, nei fatti, non è solo il «prete di Mediterranea», ma è quello che porta una voce di speranza.

Come sempre accade nella vita di ciascuno di noi sono gli incontri a far la differenza e per don Mattia Ferrari sono anche diverse telefonate, raccontate nel libro, arrivate per «caso». Caso, provvidenza o destino lascio al lettore scoprire gli incroci che hanno scavato un solco, non solo un segno, nella vita del giovane prete e di conseguenza nelle sue scelte. Ogni giorno, nel Mediterraneo, si lotta per mettere in salvo vite umane. E quelle stesse vite, immerse in un mare di dolore e speranza, hanno «salvato» un giovane prete: Mattia Ferrari, che ha disegnato il suo ministero in una missione di accoglienza e assistenza.

Correlati

Ti potrebbe interessare