Filosofia e Religioni

Ruanda, trent’anni dopo: dal genocidio alla riconciliazione

Alla RSI parla padre Mario Falconi, missionario nella parrocchia di Muhura, che con le sue azioni è riuscito a salvare circa tremila persone

  • 24 aprile, 08:50
  • 24 aprile, 08:50
29:05

Ruanda trent’anni dopo - La vittoria a Strasburgo delle “Anziane per il clima”

Chiese in diretta 21.04.2024, 08:30

  • KEYSTONE
Di: Gioele Anni 

Negli anni Novanta il Ruanda era uno dei Paesi più cristianizzati d’Africa: dei circa 7 milioni di abitanti, il 65% erano cattolici e il 15% protestanti. Proprio in questa piccola nazione, tra l’aprile e il luglio del 1994, è stata scritta una delle pagine più drammatiche nella storia del Novecento. Il genocidio dei Tutsi portò alla morte di circa un milione di persone.

Come è stato possibile, in uno Stato così profondamente religioso? Uomini e donne di fede cristiana furono protagonisti di quei giorni: alcuni si macchiarono di orrendi crimini, tradendo la fiducia dei fedeli che cercavano protezione proprio nelle comunità cristiane. Altri invece non voltarono la testa di fronte alla violenza.

Come padre Mario Falconi, missionario nella parrocchia di Muhura che ha condiviso a “Chiese in diretta” -Settimanale ecumenico di informazione religiosa della RSI - una toccante testimonianza: con le sue azioni, padre Mario è riuscito a salvare circa tremila persone.

Anche a costo di mettere a rischio la propria vita, come in una mattina di quella terribile primavera del 1994. Oggi, però, il Ruanda sembra aver voltato pagina: la popolazione è quasi raddoppiata rispetto agli anni Novanta, l’economia corre e il reddito pro capite è in crescita.

Al contempo, il presidente Paul Kagame (di etnia Tutsi, di fatto uscito vincitore dalla guerra civile con il suo Fronte Patriottico Ruandese) non ha un’opposizione interna e silenzia le minoranze critiche. Il giornalista Marco Trovato, direttore della rivista “Africa”, aiuta a contestualizzare il passato, presente e futuro del Ruanda: a trent’anni esatti dal genocidio, un Paese che – pur tra tante contraddizioni – vuole segnare un esempio positivo di riconciliazione e rinascita.

Correlati

Ti potrebbe interessare