Letteratura

I 300 anni di Giacomo Casanova, un mito senza tempo

Avventuriero, scrittore, diplomatico, Casanova nasceva Il 2 aprile del 1725 - Non solo seduttore, fu un uomo colto, poliglotta, acuto osservatore della società del suo tempo

  • Oggi, 08:19
  • Oggi, 08:23
Cattura.PNG
Di: Elisa Corsini 

«Dichiaro anzitutto che per quello che ho fatto di buono o di cattivo durante la mia vita sono certo d’essermi guadagnato tanto meriti quanto demeriti e posso perciò ben credermi libero».

Raccontare oggi Giacomo Casanova ha un senso. Il primo, perché il seduttore più famoso della storia, ma anche avventuriero, scrittore, diplomatico, nasceva esattamente trecento anni fa, il 2 aprile del 1725. E proprio per questo il Carnevale per eccellenza, quello in Italia di Venezia, quest’anno è dedicato proprio a lui. Il secondo. Perché a distanza di tre secoli il suo mito continua, tra mistero e leggenda. Perché in quel Settecento che fu un secolo di avventurieri e di libertini, solo Casanova ne è divenuto l’emblema e il simbolo? Perché, ancora vivente, le sue memorie erano già oggetto di interesse, un decennio dopo la morte il loro manoscritto terreno di caccia, la sua pubblicazione, infine, per quanto censurata, storpiata e mal-tradotta nelle prime edizioni, l’inizio di un interesse letterario senza precedenti, Stendhal, Heine, Schnitzler, Hesse, Mara. Casanova era figlio di attori. La madre, Giovanna Maria Farussi, nata nel 1707, era un’attrice bellissima. Giacomo Casanova per tutta la vita frequenta così i teatri e da uomo dello spettacolo recita fino all’ultimo la parte che si è ritagliato al mondo, ovvero sedurre e incantare anche se, in realtà, sedusse meno di quello che si crede.

Spiega Marzo Magno, giornalista e storico, veneziano per tradizione e milanese per vocazione: «Nonostante Casanova sia uno dei pochi uomini della storia il cui nome proprio, nei secoli, si è trasformato in nome comune, per indicare la figura di un seduttore, tenendo conto che nell’Histoire sono nominate 116 donne, e calcolando che i suoi anni di effettiva vita sessuale furono 42, abbiamo una media di circa tre donne l’anno. Qualsiasi bagnino di Rimini o maestro di sci di Cortina avrebbe fatto meglio!». Il catalogo del Don Giovanni mozartiano recita alla sola voce Spagna «già mille e tre» In ogni caso. Era un personaggio fuori norma rispetto a un secolo e a un mondo dove il corteggiamento, la seduzione e l’ars amandi rientravano nei canoni della levità, della delicatezza, delle ciprie e dei belletti. Era un outsider, insomma, rispetto al suo tempo, e questo essere al di fuori della norma non ne fa il rappresentante per eccellenza, ma, semmai, un soggetto per amatori, amatrici, nel suo caso, amanti di un genere particolare, elitario. Non solo seduttore. Ridurre Casanova a un semplice libertino sarebbe un errore. Il veneziano fu un uomo colto, poliglotta, un acuto osservatore della società del suo tempo. Studiò diritto, fu matematico, scrisse saggi su scienza ed economia, frequentò filosofi e sovrani. In 73 anni di vita, Giacomo Casanova si aggira per ben 213 volte in oltre cento località della vecchia Europa, come si può apprezzare in una preziosa cartina posta ad inizio del volume. C’è Venezia, ovviamente, la città natale e c’è molta Italia. Ovviamente Venezia, ma anche tanta Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera. Londra e Madrid. Pietroburgo e Costantinopoli. Incontra nella sua vita ben dodici teste coronate e su ognuna di esse, nella sua imponente autobiografia in francese, l’Histoire de ma vie, scrive le sue impressioni. La sua vita fu un susseguirsi di fughe, intrighi e travestimenti. Il culmine della sua carriera da avventuriero arrivò nel 1755, quando fu arrestato a Venezia e imprigionato nei Piombi, le terribili prigioni della Serenissima. L’accusa? Ateismo, magia, eccessi morali. La sua fuga spettacolare, realizzata con astuzia e coraggio, contribuì a rendere il suo nome leggendario. Ma la sua sfida all’ordine costituito aveva un prezzo. Alla fine della sua vita, stanco e senza più protezioni, fu costretto a un esilio forzato. Morì nel 1798 in Boemia, lontano da Venezia, la città che più di ogni altra rappresentava il suo spirito.

07:12

Un museo per Casanova, a Venezia

Attualità culturale 02.04.2018, 12:15

Venezia ha dedicato il Carnevale  2025 a Il tempo di Casanova, in occasione del 300º anniversario della nascita del celebre avventuriero veneziano. Per 19 giorni, dal 14 febbraio al 4 marzo, la città ha ospitato sfilate, spettacoli teatrali, concerti, performance artistiche e cortei acquei, che hanno celebrato la storia e la cultura veneziana in un mix perfetto di tradizione e innovazione, un viaggio straordinario nel tempo, un omaggio a Casanova e alla Venezia del Settecento. 

«Il successo di quest’anno conferma il Carnevale di Venezia come uno degli eventi più attesi e amati a livello internazionale. Abbiamo lavorato per garantire un Carnevale sicuro, sostenibile e rispettoso della nostra città, con un’attenzione particolare perché l’offerta fosse più ampia e diffusa possibile. – commenta il sindaco Luigi Brugnaro – A nome dell’Amministrazione comunale e degli organizzatori voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione e al suo svolgimento in sicurezza, dagli artisti ai volontari, dalle forze dell’ordine e alla polizia locale coordinate dalla Prefettura, alla protezione civile, alle autorità sanitarie, alle aziende partecipate che ci hanno supportato in queste settimane».

Sotto la direzione artistica di Massimo Checchetto, Il tempo di Casanova ha reso omaggio all’avventuriero veneziano offrendo un programma ricco di eventi che hanno celebrato la storia, la cultura e le tradizioni della Serenissima.

«Il Carnevale di Venezia non è solo una festa: è un simbolo della nostra identità e della capacità di unire la nostra storia con il presente – aggiunge Checchetto – abbiamo voluto rendere omaggio a un’epoca di splendore e passione, a un personaggio che incarna lo spirito avventuroso e affascinante di Venezia. Il tempo di Casanova è stato un sogno collettivo, una magia che si rinnova attraverso la passione di tutti. Venezia, il suo Carnevale e la promessa che qui l’incanto non finirà mai». Una manifestazione frutto di un lavoro congiunto con le autorità competenti al fine di offrire un Carnevale in totale sicurezza.

La programmazione del Venice Carnival Street Show ha proposto spettacoli di arte varia nei campi di Venezia e nel centro di Mestre, con le oltre 1000 repliche complessive che hanno coinvolto 80 compagnie per un totale di 250 artisti. Il programma culturale ha offerto più di 50 appuntamenti, tra spettacoli teatrali, mostre e performance, coinvolgendo sia il centro storico che la terraferma.

Eventi di rilievo – come l’immancabile corteo sull’acqua in collaborazione con il Coordinamento Associazioni Remiere di Voga alla Veneta e capitanato dalla mitica Pantegana, la rievocazione delle 12 Marie, le sfilate dei carri allegorici – hanno arricchito il palinsesto, mantenendo vive le tradizioni veneziane. Tornata anche la Commedia dell’Arte in Piazza San Marco e in Campo Santo Stefano, Santa Margherita e San Cassian, che ha riportato all’aperto il teatro di strada, grazie alla rassegna Venezia, ovvero l’arte della commedia, curata dalla compagnia Pantakin, diventando un appuntamento fisso del palinsesto con otto diverse compagnie nazionali e internazionali che si sono alternate per più di 60 repliche durante tutto il periodo di Carnevale. E ancora, le sfilate dei carri allegorici con migliaia di figuranti, tanta musica e decine di carri costruiti artigianalmente da associazioni provenienti da tutto il Veneto.

1:54:55

Maschi sull’orlo di una crisi di nervi. Letteratura e società

Moby Dick 01.02.2025, 10:00

  • Imago Images
  • Francesca Rodesino

Correlati

Ti potrebbe interessare