L’ultimo romanzo di Sandro Veronesi, dal titolo Settembre nero (La nave di Teseo, 2024) si svolge nell’estate del 1972. È l’estate tristemente nota per l’attacco terroristico alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, quando un commando dell’organizzazione terroristica palestinese “Settembre Nero” irrompe nel villaggio olimpico, entra negli alloggi destinati agli atleti israeliani, uccide due atleti e ne prende in ostaggio altri nove. La vicenda si conclude con l’intervento della polizia tedesca. Nell’attentato rimangono uccisi tutti gli atleti sequestrati, cinque fedayìn e un poliziotto tedesco.
Protagonista del Romanzo di Veronesi è Gigio Bellandi, un dodicenne in vacanza sulla costa toscana. Fin dall’inizio sappiamo che alla fine di quell’estate, a settembre, succederà nella sua vita qualcosa di sconvolgente, ma solo alla fine del libro scopriamo di cosa si tratta. Quindi Settembre nero è romanzo di formazione, giallo, ma soprattutto romanzo storico, che racconta un’epoca attraverso uno sterminato elenco di oggetti culturali: libri, film, dischi e fumetti. Sandro Veronesi è stato intervistato da Michele Serra per Alphaville.
Ho scritto un romanzo storico, perché ho dovuto ricostruire tutto ciò che non esiste più. C’è un modo di tenere i contatti, di tenersi vivi nelle cose che ci siamo appena conquistati a 12-13 anni, le relazioni eccetera, con i telefonini e con i social, che allora non c’erano. Per cui se c’è un distacco, quel distacco è un distacco reale. All’epoca se la famiglia traslocava per andare a stare in un altro quartiere più bello, come racconta bene Celentano nella via Glück, tu rompevi con tutti. Non li vedevi più. Se eri un ragazzino non avevi autonomia. Ora no. Metti che eri innamorato della vicina di pianerottolo, quella continua a vederla, quantomeno per telefono, via social.
Sandro Veronesi
“Settembre nero”
Alphaville 11.11.2024, 11:45
Settembre nero racconta una storia ambientata tra la provincia e la villeggiatura, il mare. E poi ci sono i grandi avvenimenti della storia, un attentato alle Olimpiadi, c’è l’idea che i grandi avvenimenti della storia, come ad esempio un attentato alle Olimpiadi, spesso per noi sono quasi nulla rispetto a delle cose più piccole, tipo un amore, che però ci toccano direttamente. Ecco, questa idea serve magari a calmare le nostre ansie nei confronti del mondo o è un ulteriore combustibile per il senso di colpa, che è uno dei temi fondamentali del suo romanzo?
Io credo che sia un ulteriore combustibile per il senso di colpa. Però penso anche che quel senso di colpa lì può però essere salvifico. Cioè, il fatto che un ragazzino, di fronte a quell’attentato tremendo e alla morte degli atleti, fosse anche spaventato all’idea che venissero sospese le Olimpiadi, che lui non potesse vederle più. Sarebbe andata così se lui non fosse stato a sua volta colpito da uno sconvolgimento. È un senso di colpa, perché sai che non è quello che dovresti provare, però è qualche cosa che ti differenzia, per l’appunto dal mucchio dove ti tengono. Fino a che sei bambino sei tenuto nel mucchio perché il tuo posto è lì. Vieni guardato a vista, affinché tu ti comporti come un bambino, ma quando non lo sei più, tutto ciò che è tuo e che è solamente tuo, magari ti può produrre un senso di colpa, però ti distingue, ti rende indipendente e quindi quel senso di colpa lì, che si declina in molti modi perché, quando uno comincia a provare in proprio le cose, non è detto che provi le cose che gli altri si aspettano che lui provi. Quel senso di colpa lì è inevitabile, però è uno strumento di crescita, perché ti rendi conto che non stai facendo quello che gli altri si aspettano da te.
Sandro Veronesi
Sandro Veronesi si racconta
Sinceramente 11.12.2012, 01:00
Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. Ha collabora con numerosi quotidiani e riviste letterarie, attualmente collabora con il Corriere della Sera. È laureato in architettura. Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995), Live (1996), La forza del passato (2000), Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003), Caos calmo (2005, premio Strega, Prix Fémina e Prix Méditerranée), Brucia Troia (2007), XY (2010, premio Superflaiano), Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014, premio Bagutta ed Europese Literatuurprijs), Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015), Un dio ti guarda (2016), Cani d’estate (2018). Con Il colibrì, uscito nel 2019 e tradotto in 27 lingue, ha vinto per la seconda volta il premio Strega. Comandante, romanzo scritto a quattro mani con Edoardo De Angelis, è uscito nel 2023. Dall’ottobre 2020 è membro del Comitato per il Diritto al Soccorso. Ha cinque figli e vive a Roma.
Il colibrì
Rossana Maspero 13.01.2020, 17:27