C’è un nuovo LP da aggiungere alla ricca collezione di dischi svizzeri usciti nel 2023. Si intitola “Animals Places People Things”, ed è il debutto discografico di Garbologist, al secolo Leonardo Guerra, luganese, musicista e studente di sound design trapiantato a Baden.
È un disco pieno di idee, bedroom pop a tinte noise e lo-fi dal suono bello marcio. Già, perché il marcio, la spazzatura, è decisiva nella vita artistica di Garbologist. Racconta lui stesso a Marco Kohler in una intervista tutta da ascoltare andata in onda su Confederation Music, finestra aperta sulla variegata e frizzante scena musicale elvetica: “Il nome Garbologist viene da un’installazione dell’Art Club 2000, che era un collettivo artistico di New York degli anni ’90. Lavoravano molto con la reinterpretazione di correnti artistiche su questa linea tra la reinterpretazione, l’apprezzamento, la decostruzione e la critica, e avevano un’installazione che utilizzava la cosiddetta garbologia per fare delle critiche al consumismo del fast fashion. La garbologia significa lo studio della cultura tramite la spazzatura. E quindi io ho inventato questo personaggio che si chiama Garbologist, che è fondamentalmente una persona che riflette di più sulle cose che tendenzialmente butteresti via o che non terresti più con te, o semplicemente che sono lì da troppo tempo e non sai che cosa fartene”.
“Animals Places People Things”, sette canzoni che lasciano intravedere una importante esuberanza creativa. Del resto, dice Garbologist, “sono una persona a cui piace decisamente andare fuori dagli schemi e esplorare diversi aspetti della vita e specialmente in arte del suono. È una cosa che mi ha sempre affascinato. Ma chi sono io non lo so, lo saprò magari il giorno in cui morirò”.
Garbologist è studente di sound design. Cos’è? “Anche i sound designer – racconta Garbologist - si pongono questa domanda almeno cinque volte al giorno. Io solitamente descrivo il sound design come il lavoro sul suono da un punto di vista artistico, che poi può essere applicato a diverse discipline che potrebbero essere film, videogiochi oppure anche la musica stessa, prendendo per esempio le installazioni sonore o anche la musica elettroacustica”.
La sesta traccia dell’album s’intitola Nothing. Un brano etereo, desolante. Che cos’è questo Nulla? Spiega Garbologist: “Nothing è riferito a i beni materiali, nel senso che noi arriviamo su questa terra con niente e ce ne andiamo con niente e quindi alla fine tutti i nostri beni materiali, tutto quello che ci appartiene, in realtà non ci appartiene e non sarà più nostro una volta che ce ne andiamo. E questa era un po’ l’idea dietro. Per me anche questa canzone è stata necessaria e penso di averla composta tutta in un giorno in cui sentivo che questa cosa era giusta da fare”.
Fra i protagonisti del suo album ci sono gli animali. Nell’ultimo brano, BFS for Oliver, quello più intimo, Garbologist parla del suo cane. Un omaggio a un amico? Dice: “Oliver era il mio cane”. Il pezzo “è un modo per affrontare il lutto del mio cane, che per me era molto speciale”. E ancora: “È un po’ una reminiscenza della sua personalità. Era un po’ un tontolone, gli volevo tanto bene. BFS sta per best friend song. Celebrare un po’ questa amicizia, incapsulare anche un po’ musicalmente la sua personalità, anche con la strumentale, tipo le chitarre sincopate che ricordano il suo modo buffo di camminare”.