Musica italiana

Amara, il pensiero scritto per mantenere contatto con la realtà

La cantautrice toscana ha trasformato appunti e spunti affidati ai suoi taccuini in un libro dal titolo “La certezza di essere viva”

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“La certezza di essere viva” di Amara

Tra le righe 08.01.2025, 15:30

  • Courtesy: Giorgio Amendola
Di: Red. 

«La mia vita è concentrata sulla ricerca del presente, in quella parte che ci appartiene, a tutti, dove veramente esistiamo, che è quella dello spirito, e quindi è tutto collegato. E per questo addio passato, addio futuro. Mi abbandono al presente, l’unico spazio reale che abbiamo, dove possiamo sperimentarci e sperimentare la vita». Amara intraprende volentieri viaggi in quella che lei chiama «la parte silente del pensiero», dove risiedono interrogativi che non per forza trovano risposte definitive. Concretamente, per lei significa mettere nero su bianco, con l’inchiostro sulla carta di un taccuino, le sue riflessioni. Operazione definita «vomita pensieri» che si è trasformata nel libro dal titolo “La certezza di essere viva”.

Cantautrice, collaboratrice di Fiorella Mannoia, Emma Marrone ed Elodie, in gara a Sanremo nel 2015 con il brano “Credo”, Amara ritiene il modus operandi che ha dato vita al libro un buon metodo per mantenere il contatto con la realtà: «In questi taccuini c’è questo, questa comunicazione costante con la parte interiore e profonda di me stessa, che è proprio un modo per non sganciarmi mai dall’aspetto reale». Oltre a ciò, spiega, «Nel momento in cui lo vedo scritto, prendo una distanza da questo pensiero, quindi prendendo una distanza io divento lettore di questa cosa, che nasce da me ma che non appartiene a me, in qualche modo. Allora questa distanza mi protegge anche dalla paura di affrontare determinati temi o determinati argomenti».

Attualmente impegnata, assieme a Simone Cristicchi, con “Torneremo ancora - Concerto mistico per Franco Battiato”, Amara dà grande rilevanza proprio alla parte trascendentale che ne scandisce il quotidiano, da lei avvertita come molto presente. Il costante confronto con sé stessa e il mondo attorno l’ha allontanata dai grandi palcoscenici portandola a dedicarsi a una nicchia di pubblico. Una scelta in un certo senso naturale: «Ho capito che che forse sono chiamata a fare altro e che la cosa che più mi dà gioia è non percepirmi come un prodotto. Perché purtroppo la musica, il mercato della musica, fa così: gli artisti sono dei prodotti da utilizzare e far girare per come meglio credono e sia più comodo per le lobby, per le [case] discografiche». Un gioco che l’artista trova anche «carino», solo che non fa per lei: «Non sono una persona che dice che una cosa debba esistere piuttosto di un’altra. Semplicemente, abbiamo libero arbitrio e quindi è giusto scegliere per risonanza».

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