Queste serate di mezzo servono a consolidare l’abitudine con alcuni ritornelli, e se non hanno particolari colpi di scena, non servono. Nel senso che non sono momenti di Festival indimenticabili. Partiamo da Edoardo Bennato: bella occasione, ma buttata via. Messo all’inizio con una sola canzone, si perde ed è un peccato lasciar sfilare così la prima one man band in Italia. I Duran Duran hanno fatto un bellissimo spettacolo, peccato non aver cantato Save a Prayer, che probabilmente ci stava per una platea che ama il melodico. Riflessione sul melodico: assistiamo al suo trionfo, pazzesco e acclarato, che spazza via l’operazione “rapper/trapper” che aveva realizzato Amadeus. Vince, fra le nuove proposte, Settembre. Canzone molto bella così come lo è quella di Alex Wyse, secondo classificato. Secondo me ce la faranno tutti e due. Tra l’altro Settembre ha fatto trasparire una gioventù commovente, ricca di speranze, alla quale io, che non sono un dietrologo, voglio credere così com’è.
Con le tre ospiti donne - Katia Follesa, Elettra Lamborghini e Miriam Leone - non abbiamo visto il grande show. A proposito di questo, bisogna dire una cosa: a volte non serve, perché il Festival non necessita di un grande show ma di piccole cosettine che possano essere delle “fotografie”.
Impazza intanto la polemica rispetto al peso che hanno i giornalisti della sala stampa (cioè noi) su quello che è il televoto. È vero che il televoto pesa meno percentualmente, cioè il 34%, mentre invece radio e sala stampa contano entrambe per il 33; però, quando sabato ci sarà lo spareggio tra gli ultimi cinque, la sala stampa sarà costretta a votare tutti e cinque con un voto, non un voto secco. Votando tutti e cinque dovrà comunque dare almeno 1 a qualcuno. E questo 1 si cumulerà con quello che viene dal televoto. Per farla breve: alla fine il televoto conta. Da cosa si capisce? Mercoledì da Fedez e ieri sera da Irama. Irama non ha una canzone per arrivare sul podio. In questo senso ce l’hanno i Coma_Cose: come ho detto fin dal primo giorno, mentre uno ascolta Cuoricini fa i mestieri in casa felice.
Poi c’è la battuta infelice di Carlo Conti, che ai giornalisti ha detto: «L’anno scorso vi siete messi d’accordo». Il conduttore ha subito chiesto scusa definendola un’illazione comica. In realtà non è così. L’altro argomento caldo è la polemica su Fedez. La trovo poco interessante. Conti aveva sostenuto che Fedez non fosse indagato. In realtà i giornalisti hanno scoperto che lo è tuttora. Su questo la penso come Conti: lui è arbitro di una gara canora e non può decidere chi ammettere o meno, perché il regolamento del Festival non prevede l’esclusione se uno è indagato. Sta al buonsenso del singolo, come nel caso di Emis Killa, che ha rinunciato perché altrimenti sarebbe stato uno stillicidio di domande sulla sua situazione con la giustizia.
Io però una cosa la devo dire: viva Fedez, e meno male che è venuto a Sanremo assieme a Tony Effe! Perché se non ci fosse tutto questo, non ci sarebbero i binari su cui poggia questa storica manifestazione. Che diventa sì la più grande esportatrice di musica italiana nel mondo - ci sarà un tour degli artisti del Festival di Sanremo - ma mancherebbe del binario portante: il pettegolezzo, il passaparola che sul web è un tam tam inarrestabile.
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Sanremo giorno 3: Herbert Cioffi in collegamento
RSI Cultura 13.02.2025, 16:15
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