Musica italiana

La mossa di Rose Villain a Sanremo

L’esibizione della cantante conferma la forza dell’immagine al Festival. Seconda serata più briosa. Il voto premia Fedez: sarà lotta tra fanbase

  • Oggi, 06:52
  • 51 minuti fa
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Rose Villain in versione "flamenca"

  • Fabio Frustaci
Di: Herbert Cioffi 

Una seconda serata che insegna un sacco di cose. Innanzitutto possiamo dire che lo show ha preso un passo completamente diverso. Dimostra che è vero quello che dicevo, cioè che con meno cantanti Conti ha più spazio per gestire uno spettacolo. Riesce a rimanere nei tempi e con l’ospitata di Malgioglio, che dà colore, di Bianca Balti, che dà un messaggio, e di Nino Frassica, che è meraviglioso perché spontaneo (e non è esuberante come Fiorello, quindi non altera i tempi), riesce a regalare uno show di ottimo livello, fruibile. Io credo che passerà alla storia la descrizione di Nino Frassica della nascita di Malgioglio.

Per quanto riguarda lo spareggio che ci sarà questa sera tra i due giovani, forse avrei optato per la versione un pochino più movimentata. Invece i finalisti sono Alex Wyse e Settembre. C’è un ritorno al melodico. Ecco, questa è una cosa che bisogna constatare.

Qual è l’altro insegnamento? Beh, questa sera votavano televoto e radio. C’è un’affinità? Sì, c’è un’affinità: le radio, il televoto e la gente parlano sostanzialmente la stessa lingua. Ed ecco comparire nella cinquina, improvvisamente, Fedez. Si avvera il teorema di Rocco Hunt, che ha raccontato quanto alla fine il Festival di Sanremo in Italia sia valutato, giudicato e votato come una partita di calcio, con quel campanilismo che spinge le fanbase a lottare fra di loro per portare avanti qualcosa che magari non ha a che fare con la bellezza di una canzone, ma con il gusto, con la fazione, col campanilismo. L’altro insegnamento è la potenza della poesia autentica. Quella di Lucio Corsi, che cantando la fallibilità ancora una volta riesce a convincere. Fragile lì in mezzo, uscito da una fiaba dalle campagne della Toscana, arriva lì e con poche parole, senza artifizi, riesce a raggiungere il cuore di tutti.

Si conferma Giorgia, ottimo Achille Lauro per postura, per esecuzione. Ma il più grande insegnamento ha a che fare con quella che io chiamerei l’epoca visual. Il Festival di Sanremo va ascoltato, ma il Festival di Sanremo va guardato. E cosa significa? Che anche se non hai una canzone potentissima, dal guizzo geniale, mettendola in scena in un certo modo vinci. Rose Villain annienta Elodie perché tutti ricorderemo per sempre quella mossa meravigliosa, spagnoleggiante, quella messa in scena che la rende regina indiscussa di quel palco e annienta chiunque. A margine direi anche che Michielin è tornata con una canzone decisamente scadente, se uno lo vuole dire. Ma questo è. Vincono, nell’epoca delle immagini, l’immagine e la messa in scena. Quindi qual è il potente insegnamento? Che sì, il contenuto può essere un vettore grosso, ma alla fine nella vita, così come al Festival di Sanremo, conta anche la forma.

Seconda serata direi decisamente ottima rispetto a ieri. Sapevo che Conti avrebbe raddrizzato il tiro, considerato che tra l’altro è galvanizzato dall’ottimo risultato di ascolti, falsato da questa nuova valutazione che non consente confronti rispetto a quello precedente. Non c’è nulla da aggiungere, se non che per la vittoria finale ci sarà da combattere, perché la critica dovrà lottare, come detto, con tutte le fanbase che votano.

27:13

Sanremo, giorno 2: Herbert Cioffi in collegamento

RSI Cultura 12.02.2025, 16:15

  • Temporeale, Rete Uno

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