Società

Hayek, l’importanza di essere “secondi”

Con il CEO del gruppo Swatch, siamo andati all’origine del marchio che ha reinventato l’orologio svizzero, liberandolo dall’idea che la precisione dovesse per forza essere anche costosa

  • 8 ottobre, 11:33
  • 9 ottobre, 09:45
Il numero uno dell'azienda Nick Hayek
  • ©Keystone
Di: Alessandro Chiara 

Il tempo è solo una questione di stomaco. Di emotività. La prima lezione di Nick Hayek spiazza il cliché dell’orologio svizzero come simbolo di precisione. Non che non sia importante, ma quella precisione ha un posto centrale forse solo nella vita degli atleti, che si attaccano a un centesimo per coronare una carriera.

Non nelle vite comuni, non nella nostra. Per Hayek il tempo è indissolubilmente legato alla vita. La vita, allo stomaco. Lo sapeva anche suo padre, Nicolas Hayek, il fondatore della Swatch in un’epoca in cui l’orologeria svizzera era insidiata da quella giapponese, altrettanto precisa, ma molto più economica.

Per rivitalizzarla e rilanciarla, serviva un colpo di genio: l’idea rivoluzionaria che l’orologio - per essere svizzero – non dovesse essere unico o l’unico, né per forza il più costoso di tutti, che potesse essere solo il.... second watch. Lo Swatch.  

Oggi Hayek onora la memoria del padre tenendone vivo lo spirito imprenditoriale, fatto di curiosità, meraviglia, apertura al processo: “l’imprenditore deve avere coraggio, non l’ambizione di far parte di un establishment. Quando ne fai parte, devi difendere la tua posizione dalla concorrenza. Forse un manager ragiona così. Un imprenditore no, vuole trovare un’innovazione, è curioso. Mio padre diceva: mantenete la fantasia di un bimbo. L’importante è allora la provocazione positiva, per far muovere le cose, creare l’emozione. Non dobbiamo far parlare l’ideologia o la testa. Prima lo stomaco. È così che viviamo noi il tempo”.

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Nick Hayek

RSI Cultura 08.10.2024, 09:00

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