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La materia del mondo

Sabbia, sale, ferro, rame, petrolio, litio: una storia della civiltà in sei elementi

  • Ieri, 08:24
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Vasche per l'estrazione del litio in una salina argentina

  • Samuel Bregolin/RSI
Di: Clara Caverzasio

Abbiamo quasi smesso di farci caso. Ma per migliaia di anni sabbia, sale, ferro, rame, petrolio, litio hanno creato imperi, distrutto civiltà, alimentato il nostro ingegno. Hanno da sempre rappresentato la base materiale su cui si reggono le nostre vite. E nel nostro mondo, ben poco smaterializzato e sempre più energivoro, di esse avremo sempre più bisogno.

“L’oro è il prodotto di una reazione chimica ottenuta con uno dei mix più tossici noti al genere umano (…) non viene estratto scavando gallerie ma demolendo montagne intere: per un lingotto standard da 12,44 chilogrammi, occorre smuovere intorno alle cinquemila tonnellate di terra (…). Se questo è il prezzo da pagare per estrarre un metallo di cui potremmo senz’altro fare a meno, che cosa implica la ricerca dei materiali realmente essenziali? Anzi, prima ancora, quali sono i materiali da cui dipendiamo davvero? Quali sono e da dove vengono gli ingredienti fisici senza i quali la civiltà arriverebbe sul serio alla fine?”

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Così, sulla scorta degli interrogativi sollevati da un suo reportage girato in una delle miniere d’oro di una valle del Nevada – arida e disabitata, ma sulle pendici di un monte che rappresenta un luogo sacro per la tribù degli Scioscioni occidentali – Ed Conway, editor economico di Sky News, conduttore televisivo, editorialista del Times e del Sunday Times e autore di bestseller – , inizia un lungo viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta dei materiali su cui si si regge la società moderna, e della nostra più o meno consapevolmente ignorata dipendenza da essi.

Un viaggio che lo porta a tratteggiare “Una storia della civiltà in sei elementi”, come recita il sottotitolo del suo ultimo volume, considerato tra i migliori libri del 2023 dal Financial Times (La materia del mondo, Marsilio 2023). Una storia della civiltà osservata da un’angolazione inedita, che demolisce le nostre certezze proprio come milioni di tonnellate di rocce vengono quotidianamente frantumate dalle profondità della terra per fornirci le materie prime fondamentali al nostro stile di vita.

Tra magia e disincanto, geografia e antropologia, storia ed economia, Conway ci porta così alla scoperta di sabbia, sale, ferro, rame, petrolio e litio, materiali per lo più «ordinari, banali e spesso anche di scarso valore, - che non sono le uniche sostanze importanti che ci siano al mondo, ma è difficile immaginare la civiltà moderna senza di essi.» Queste sei sostanze costituiscono in pratica la trama della civiltà; senza di esse, la vita quotidiana così come la conosciamo si disintegrerebbe. Non è un caso che il viaggio di Conway inizi dalla sabbia, il materiale più sfruttato dall’umanità sin dalle origini e che consente una prima panoramica del Mondo materiale.

«Prendete un semplice granello di sabbia. Dopo l’ossigeno, nessun altro elemento della crosta terrestre è più diffuso del silicio, componente principale della sabbia. (…) Mescolando la sabbia a sassi e cemento e aggiungendo dell’acqua otterrete il calcestruzzo, il materiale su cui si fondano, letteralmente, le città moderne. Unendola a ghiaia e bitume avrete l’asfalto usato per le strade. Senza il silicio non saremmo in grado di costruire i chip per i computer, la base stessa del mondo moderno».

Proprio ripercorrere la filiera del silicio è stata per Conway la sorpresa più grande: «Dopo essere stato estratto dal suolo con l’esplosivo in una cava e prima di finire dentro uno smartphone, un grano di silicio avrà circumnavigato il globo moltissime volte; sarà stato sottoposto a temperature superiori ai mille gradi e poi raffreddato per ben tre volte; sarà stato trasformato da una massa amorfa in una delle strutture cristalline più pure dell’universo e, tramite dei laser, colpito da un tipo di luce invisibile che in natura non riesce a superare l’atmosfera terrestre». Un percorso dalla Spagna a Taiwan per poi tornare in Europa e ripartire per la Cina: perché, spesso, per un determinato tipo di lavorazione esiste una sola fabbrica al mondo in grado di eseguire il processo.

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E quello all’inseguimento della sabbia, è solo uno dei tanti viaggi intrapresi da Conway alla scoperta del ruolo e delle forme incredibilmente articolate e a tratti drammatiche che assume l’estrazione del sale, del ferro, del rame, del petrolio e del litio. L’ordine non è casuale: segue infatti la prima e poi la seconda grande transizione energetica dell’età moderna: l’uso dei combustibili fossili e l’elettricità. Mentre la sostanza che promette di inaugurare la prossima rivoluzione è il litio: «al cuore della futura transizione energetica, libera dai combustibili fossili e orientata verso fonti rinnovabili».


Un viaggio nel mondo materiale che ignoriamo, malgrado costituisca l’impalcatura delle nostre vite quotidiane, garantendoci non solo i nostri smartphone con il loro bel design, ma anche di poter essere al caldo, puliti, ben nutriti e in salute, e in una casa che stia in piedi. Eppure, come scrive Conway, uno dei miti più pericolosi che permeano il nostro mondo è «la convinzione che il genere umano si stia emancipando dalla fisicità (…) Tutt’altro che marginale, il consumo di materiali è sempre più centrale, esattamente il contrario di quel che si crede. L’esempio più calzante al giorno d’oggi riguarda ancora una volta i cambiamenti climatici. È ironico e significativo che, per realizzare il nostro obiettivo di salvaguardare l’ambiente, nel breve e medio termine servirà una quantità considerevole di materiali per costruire le auto elettriche, le turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici che andranno a sostituire i combustibili fossili. Di conseguenza, nei prossimi decenni l’attività estrattiva di materiali dalla superficie terrestre sarà più intensa che mai».

Basti pensare che in un solo anno, nel 2019, abbiamo sfruttato più risorse di quanto l’umanità abbia fatto per gran parte della sua storia, dagli inizi dell’attività mineraria alla Rivoluzione industriale, comprese due guerre mondiali e tutto il resto. Insomma, lungi dal diminuire, il nostro appetito per le materie prime continua a crescere (dando vita peraltro a rapporti poco limpidi ed etici tra le nazioni che dispongono delle materie prime e quelle che hanno il know how per sviluppare le infrastrutture per la transizione energetica).

«Noi cittadini del mondo immateriale abbiamo forse ridotto il consumo di combustibili fossili, ma abbiamo raddoppiato quello di tutto il resto». Tant’è vero che «per ogni tonnellata di combustibili fossili, ne estraiamo sei di altri materiali, per lo più sabbia e ghiaia, ma anche metalli, sali e sostanze chimiche».

L’impronta che l’uomo lascia sulla terra, insomma, è ben più grande di quanto crediamo. Come ci racconta Conway: «Proprio perché lo sfruttamento delle risorse avviene sempre di più in modo occulto e non emerge nei dati economici tradizionali, stiamo diventando bravissimi a convincerci che non esista. Appare però sempre più chiaro ai governi che il controllo dei materiali e dei processi ha, oggi più che mai, un’importanza cruciale».

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Il nostro destino è da sempre invariabilmente intrecciato a ciò che abbiamo estratto dalla terra e adattato ai nostri scopi, e non a caso, il declino di alcune civiltà e il trionfo di altre può essere attribuito a uno o più dei sei materiali indagati da Conway. E anche oggi, se non avessimo più accesso ad essi, finiremmo nel caos.

Ecco perché la caccia a questi materiali ha plasmato la storia geopolitica e ne sta delineando il futuro. Con una certezza: il nostro insaziabile appetito ha e continuerà ad avere nefaste ricadute sull’ambiente.

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Ma dal momento che tutti noi siamo in qualche modo complici, perché sono i nostri consumi a creare la domanda di materie prime, la conclusione cui si arriva alla fine della lettura, e che l’autore suggerisce esplicitamente, è che la soluzione migliore sia provare a consumare meno e riciclare di più. «Non vivremo mai in un mondo totalmente dematerializzato…. Però possiamo ridurre il nostro impatto contribuendo a mitigare l’aumento delle emissioni di gas serra: solo così potremo finalmente affrontare i cambiamenti climatici». Cercando di sciogliere almeno un poco «quel groviglio planetario di azioni e reazioni, colpi e contraccolpi che sta inaugurando un nuovo capitolo della storia dell’uomo».

Cos'è il litio?

RSI Cultura 21.03.2023, 17:00

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