“Storie dimenticate. Per una geografia segreta del Ticino”, edito da San Giorgio, è il titolo dell’ultima fatica di Carlo Silini, redattore capo di Azione, che ama definirsi scrittore “per caso”, ma la cui lunga esperienza giornalistica lo precede ormai da tempo. Silini è da sempre affascinato e attratto da queste fragili tracce che conducono a un passato a volte dimenticato, eppure fatto di simboli e di misteri sui quali oggi camminiamo senza nemmeno rendercene conto; si muove dunque alla riscoperta delle pietre che formano gli antichi edifici, che rimangono mute, ma che celano innumerevoli storie. Vicende e racconti custoditi negli archivi, nei palazzi antichi o tra i muri stonacati delle chiese, così come sui vecchi tavoli delle osterie, testimoni inconsapevoli di mille racconti di paese, e poi nei boschi o persino tra le montagne della nostra terra. Un tesoro immenso che Carlo Silini è andato man mano riscoprendo negli ultimi vent’anni, redigendo numerosi articoli (prima per il Corriere del Ticino e poi per Azione) in cui esplorava appunto la “geografia segreta” del nostro territorio, dando così forma al suo nuovo libro dopo un’accurata selezione di ventun articoli pubblicati tra il 2003 e il 2023, volume sostenuto anche da Percento culturale Migros Ticino, BancaStato, Azione e dal Corriere del Ticino.
Alta Valle di Blenio
Le storie dimenticate di Silini fanno così raggiungere ad esempio la Val Verzasca, sulle tracce di un misterioso castello. Il Castello Moracci che oggi è stato adibito ad escape room, ma che secoli addietro fu abitato da un signore che venne definito come un vero e proprio tiranno. Un edificio con quattro torri situato nel nucleo di Brione Verzasca, tramutato anche in osteria dalle sorelle Togni fino al 1997, quando poi è stato chiuso per diversi anni, ed infine restaurato nel 2019 per la gioia degli abitanti della frazione, che ricordano ancora con affetto i tempi delle due sorelle che gestivano quel piccolo maniero.
Sfogliando le pagine del volume si arriva anche in Val di Blenio, dove si narra che, nel Seicento, il balivo incaricato di governare il baliaggio di Blenio (costituito dopo il Trattato di Arona) conduceva interrogatori non solo a donne, ma persino a bambini accusati di stregoneria; nel contempo a Biasca il parroco Basso si opponeva con coraggio ai tanti roghi costruiti per contrastare le presunte streghe, mentre fronteggiava anche le epidemie di peste, soccombendo poi nella terza ondata «martire del suo dovere, soccorrendo le numerose vittime fatte in Biasca dal morbo sterminatore» (Bollettino storico della svizzera Italiana, di Isidoro Rossetti, 1883), dopo ben quarantaquattro anni di prevostura.
Nella regione del Mendrisiotto, terra natale dell’autore, si legge poi di un’altra vicenda incredibile che rimanda alla Seconda guerra mondiale. Dai registri dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio emerge infatti che in tempo di guerra l’ospedale accoglieva non solo i malati, ma anche delle persone perseguitate, ebree e italiane, in fuga dal nazifascismo. La scoperta è dovuta al merito sia dell’antiquario Luciano Mollard che custodiva i registri, sia poi della ricercatrice Eliana Pezzoli che li ha trovati e, mossa da curiosità, decise di analizzarli tra il 2018 e il 2019, riportando in vita tante storie apparentemente perdute.
Storie dimenticate. Per una geografia segreta del Ticino
Turné, di Claudia Iseli 21.12.2024, 19:00
“Storie dimenticate” è completato da fotografie d’archivio che provengono sia dal Corriere del Ticino, sia poi da fotografi come Fiorenzo Maffi, Gabriele Putzu e Chiara Zocchetti, e in ventun capitoli conduce in tutti gli angoli del Ticino; d’altronde, come si legge nell’introduzione, questo è proprio l’intento di Silini: «è un percorso da un capo all’altro del Cantone, dal basso Mendrisiotto al San Gottardo, dalle Valli ai villaggi di pianura, ma soprattutto è una forsennata ricerca di storie dimenticate, seppellite sotto strati di terra o volate via con la memoria degli ultimi testimoni che le avevano viste o ne avevano sentito parlare». Il volume diventa quindi uno speciale tributo a quei protagonisti della nostra storia che non solo hanno saputo tenere compagnia all’autore a distanza di anni o secoli dalla loro scomparsa, ma che soprattutto sanno regalare «incanto a luoghi che prima mi sembravano privi di interesse, o quasi, solo perché non conoscevo la loro anima nascosta»
La prefazione del libro è stata curata da un altro estimatore di ciò che caratterizza il nostro territorio, l’architetto Mario Botta, secondo cui «il passato costituisce un territorio di memoria che non mente e accanto ai buchi neri si offrono anche squarci di realtà luminosi. Il mosaico tracciato da questa inattesa narrazione […] può essere interpretato come un caleidoscopio di luci e ombre che si alternano e offrono al lettore la possibilità di varie interpretazioni». Ventuno luoghi del Cantone e soprattutto le svariate storie straordinarie, commoventi o misteriose che essi custodiscono; dai Romani ad AlpTransit, attraversando la caccia alle streghe e i piani bellici mai realizzati.
“Azione” con Carlo Silini
Stampa Nazionale 08.01.2025, 08:02
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