Sostenibilità e ambiente

Dare nuova vita ai resti vegetali grazie al compostaggio

Un terzo dei rifiuti in Svizzera sono scarti di cucina che sarebbero potuti diventare compost

  • 16 aprile, 17:30
Nuova vita ai resti vegetali con il compostaggio
  • iStock
Di: Patrizia Rennis 

In Svizzera il 30% dei rifiuti che finiscono nella spazzatura sono resti alimentari, scarti che in buona parte, grazie al compostaggio, sarebbero potuti diventare terreno fertile. 

Il compostaggio è un processo naturale in cui i resti organici vegetali, grazie a microrganismi, lombrichi, funghi e altri insetti, vengono trasformati in humus: un terriccio ricco di sostanze nutritive che fertilizza il terreno, ideale per l’orto e la coltura biologica.

Compostare non solo riduce lo spreco, ma fornisce fertilizzante naturale di qualità per coltivare nuove piante e ci permette di risparmiare: ma dove partire se si vuole iniziare a compostare?

Compost fai da te: da dove iniziare

«Prima di iniziare a compostare è necessario conoscere i processi di decomposizione che avvengono all’interno della nostra compostiera e sapere che la compostiera stessa diventerà un ambiente di vita per diversi organismi. Questi organismi necessitano di cure particolari per far sì che i nostri scarti riescano a degradarsi senza creare cattivi odori» spiega Chiara Cattaneo orticoltrice AFC e responsabile del corso “Orto Biologico Famigliare e Composteria” di Bio Ticino. Per iniziare a compostare vanno identificati un luogo e una compostiera adatti alle proprie esigenze. Di solito le compostiere hanno:

  • una struttura robusta che permetta l’aerazione,

  • una copertura che non faccia entrare acqua

  • un fondo aperto o forato che permetta l’accesso dei microrganismi, del terreno e dell’ossigeno evitando quello di animali indesiderati come topi e talpe.

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Ricicliamo, ma correttamente

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Cosa compostare e cosa no

Nella compostiera si possono inserire rifiuti del giardino e rifiuti organici che arrivano dalla cucina, ma non tutti gli scarti sono adatti «È fondamentale riconoscere quali sono gli scarti che possono essere compostati. Le erbe invasive problematiche come il Poligono del Giappone, per esempio, devono essere smaltite tramite termovalorizzatore e non nella compostiera perché si aumenterebbe il rischio di propagazione» specifica Chiara Cattaneo.

Scarti di cucina adatti al compost: scarti di frutta e verdura crudi, frutti caduti dagli alberi, erbe aromatiche o fiori appassiti, resti di tè (privati della bustina, se non 100% degradabile, e della graffetta in metallo), fondi di caffè, pane raffermo, gusci d’uovo triturati.

Scarti di cucina da compostare in piccole quantità: bucce di agrumi non trattate e sminuzzate, scarti di vegetali cotti, croste di formaggio.

Scarti di cucina non adatti al compost: resti di carne, pesce o latticini.

Attenzione agli scarti vegetali dell’orto con malattie: alcuni virus sopravvivono anche dopo le fasi della decomposizione e c’è il rischio di propagazione.

Il compost perfetto

Fra gli errori più frequenti quando ci si dedica al compostaggio c’è il ristagno dell’acqua all’interno della compostiera che provoca cattivi odori. «Ristagno di acqua e cattivi odori sono solitamente la conseguenza di una scorretta collocazione della compostiera, che andrebbe posizionata al riparo dall’acqua o coperta. Ma possono anche essere il risultato di una stratificazione scorretta dei materiali. Se, per esempio, si aggiungono degli scarti freschi in abbondanza come erba appena tagliata e scarti da cucina, bisogna compensare l’umidità con dei materiali secchi come ad esempio foglie secche e terra» spiega Chiara Cattaneo.

La composizione ottimale per iniziare il processo di compostaggio comprende circa: un terzo di materiali legnosi grossolani (rami triturati, trucioli di legno, ecc.), un terzo di materiali fibrosi (foglie, paglia, ecc.) e una terza parte ricca d’azoto e facilmente degradabile (scarti di cucina, erba, ecc.).

In condizioni ottimali già dopo 6-8 mesi gli scarti saranno totalmente degradati, per un compost maturo occorreranno 8-12 mesi, come precisa Chiara Cattaneo «consiglio sempre di attendere un anno di tempo prima di utilizzare il compost. Quando non è a completa maturazione può ancora fermentare e se, ad esempio, viene usato nell’orto causa la bruciatura delle radici delle giovani piante o dei semi, è necessario quindi che i processi di fermentazione siano terminati.»

compost maturo
  • Chiara Cattaneo

Dopo quanto è pronto il compost?

Per sapere se il compost è maturo si può fare un test riempiendo un vasetto di compost e seminando del crescione (che germina in pochi giorni). Se il crescione nasce con foglie di colore verde vivo il compost è maturo.
Essendo un concime a tutti gli effetti, il compost ha un buon potere fertilizzante e per questo motivo non bisogna esagerare con il suo utilizzo. Nell’orto va utilizzato compost maturo, con un quantitativo varia a seconda della necessità di fertilizzante da parte dei vegetali presenti.

Per chi fosse interessato ad approfondire questo tema, sabato 20 aprile 2024, presso l’azienda orticola bio Cattaneo a Lodrino si tiene il corso Corso “Orto Biologico Famigliare e Composteria” con Chiara Cattaneo e l’Associazione Bio Ticino.

È possibile compostare anche se non si ha a disposizione del terreno «le compostiere che non poggiano su un terreno naturale solitamente hanno bisogno dell’aiuto di sostanze, presenti in commercio, come biostimolanti con microrganismi ed acceleranti per migliorare la decomposizione degli scarti» precisa Chiara Cattaneo.

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