Qualche anno fa, dopo una vita lavorativa dedicata alle cure palliative, l’infermiera australiana Bonnie Ward raccolse in un libro i 5 rimpianti più comuni delle persone in fin di vita. Nessuno mai rimpianse quei due chili presi a Natale, di quella fetta di panettone di troppo, o di non aver detto di no a un aperitivo con gli amici. La vita è breve e va vissuta, con gusto.
Il periodo tra Natale e Capodanno non si presta certo a regimi dietetici. È fatto per rallentare, guardarsi dentro e collezionare ricordi con le persone a cui teniamo di più. Il cibo è spesso presente in quantità abbondanti, simbolo anche di tradizioni che spesso si tramandano da generazioni. È bello che sia così, e non è una cosa da dare per scontata. In fondo, siamo tra i fortunati che possono permetterselo.
Vero, è possibile che la bilancia segni qualcosina in più a gennaio, ma non saranno certo tre o quattro giorni di bagordi a rovinare il lavoro di un anno intero: se abbiamo curato il nostro stile di vita per oltre 360 giorni, qualche uscita dal seminato il nostro corpo troverà certamente modo di perdonarcela. Lo ribadiamo sempre: è quello che facciamo durante il resto dell’anno e nel lungo periodo a contare.
Anche qui, la ricerca ci dà ragione. È stato dimostrato che, reduci dagli eccessi tipici di questo periodo ci si affacci all’anno nuovo con il desiderio di riprendere le buone abitudini e di mangiare sano e leggero. Quel che tende a sabotare i nostri sforzi è il famoso pezzettino che si infila, in modo subdolo e silenzioso, nella nostra alimentazione quotidiana.
Alzi la mano chi non ha mai finito quelle tre forchettate di pasta avanzate nel piatto del proprio bambino, chi non ha mai fatto il bis di torta perché andava “pareggiata”, o chi non ha mai intaccato un pezzo di Parmigiano per spezzare la fame, cucinando.
Ecco, mentre il peso del pranzo di Natale o del cotechino di Capodanno tendiamo a sentirlo e ad adeguare la nostra alimentazione nei giorni seguenti, la forchettata extra mangiata in piedi e distrattamente mentre stiamo facendo altro non viene registrata e, sommata al resto, può vanificare i nostri sforzi.
Niente pericolo, quindi. Il Natale, con tutti i suoi contorni annessi, è salvo anche quest’anno.
Il consiglio, se possiamo azzardarne uno, è quello di usare questo momento per mangiare con consapevolezza e attenzione. Non priviamoci di nulla, ma cerchiamo di privilegiare la qualità rispetto alla quantità. Osserviamo le pietanze che abbiamo davanti, chiediamoci di cosa abbiamo realmente voglia, serviamoci una porzione adeguata al nostro livello di fame, mangiamo con lentezza assaporando ogni boccone, e fermiamoci quando ci sentiamo sazi al punto giusto.
Fan dei piccoli cambiamenti che costano poca fatica e portano grandi risultati, proporrei anche di non snobbare i contorni a base di verdura e di un tenere un posticino anche per le proteine. Iniziare il pasto con le fibre e accompagnare i carboidrati con una quota proteica attutirà un pochino il colpo glicemico sferzato da pandoro, cioccolato e torroncini.
E dopo una bella mangiata, una passeggiata al sole o sotto la neve per tutta la famiglia. La scienza ci dice che anche solo un quarto d’ora di moto dopo un pasto abbondante aiuta a digerire meglio e a ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
Attenti alla linea anche durante le feste? Abbiamo chiesto a Monica Bossi, medico esperto in nutraceutica e nutrigenomica, 7 regole d’oro per “organizzare” le feste a tavola
1. Non mangiate ogni giorno “un pezzettino di”: per esempio un pezzetto di dolce, di cioccolata, di pannettone: preferite piuttosto mangiare un po’ di più, degustando, nelle occasioni speciali. Questo eviterà la dipendenza da zuccheri oltre che l’eccesso di zuccheri e l’appesantimento epatico.
2. Per godere della festa, senza sensi di colpa, senza inficiare un eventuale programma nutrizionale dimagrante in corso e senza favorire una dipendenza nel periodo successivo, basta organizzare il pasto precedente e quello successivo alla festa, interrompendo la continuità dell’eccesso.
3. Se la festa è a pranzo favorite una colazione di solo tè o caffe d’orzo (o normale, senza latte, o zucchero) e cenare con un’insalata “detossicante”: ad esempio base di verdure amare come cime di rapa o coste o biete o radicchio cotto o crudo, con un cucchiaino di semi misti (lino, girasole, sesamo, zucca) e qualche mandorla o noce, con o senza un cucchiaino di Tahine (crema di sesamo).
4. Se la festa è a cena: favorite una colazione normale, quindi proseguire con un pranzo a base di un’insalatona preparata con verdure a piacere (non dolci), una fonte di proteine tra pesce, uova, carne, e qualche noce o mandorla o noci brasiliana o anacardo. Cena libera e poi il “fasting” (digiuno).
5. Favorite appena potete il fasting o digiuno intermittente, ovvero fate passare 16 ore da un pasto e l’altro: in questo intervallo potete bere tè o tisana o caffe, sena latte o zucchero. Potete farlo dopo la cena della festa, oppure dopo un pranzo o pomeriggio fino alla colazione successiva: aiuterà ad alleggerire il fegato, evitando l’incremento di colesterolo e glucosio nel sangue in eccesso, e sfavorendo l’abitudine a continuare a mangiare troppo.
6. Non bevete ogni giorno alcolici: per godere comunque della convivialità, scegliete un tè o una tisana quando possibile, o una spremuta d’arancia con qualche oliva, evitando pizzette, stuzzichini e salatini che altrimenti favorirebbero la dipendenza a continuare da mattina a sera a mangiare troppo.
7. Appena possibile favorite cene “depurative” a base di verdure cotte o crude o in minestrone (senza patate); o insalatone (verdure, semi oleosi, qualche noce e una proteina di uova o pesce); o un cereale in chicco condito solo con verdure e spezie (no pepe): aiuteranno a sfavorire il colesterolo esogeno ed endogeno, ed evitare la persistenza di glicemia alta.
Come non ingrassare a Natale: 16 consigli per godersi le feste
La consulenza 15.12.2023, 12:50
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