Lei è Carlotta Moretti, alias “Carlotta e il bassotto”, che da oltre dieci anni condivide la sua quotidianità grazie al suo blog aperto in un periodo molto buio della sua vita. Grazie all’uscita del suo primo libro “Ricettine amabili per tutti i giorni”, Carlotta ci ha accolti nella sua casa di Gentilino per raccontarsi e condividere un’idea di cucina semplice, ma mai banale e autentica, con un occhio estremamente attento ai prodotti locali, alla stagionalità e alla voglia di prendersi cura di sé e degli altri in cucina. Attenzione però, non dite a Carlotta che cucinate in pochi minuti e con due ingredienti, potrebbe infastidirsi...
Non racconto di nonne che mi hanno insegnato a fare pasta fresca, ravioli e lasagne per i pranzi della domenica. Il mio sentire il cibo è legato ai miei sentimenti più profondi. Avvicinandomi al cibo e iniziando a cucinare per me, e trasmettendo questa passione alle persone che mi seguivano, ho trovato una carica, un’energia, una linfa che mi ha permesso di ritornare a vivere, abbracciare la vita con felicità e serenità.
Quella di Carlotta Moretti è una storia di cucina che cura e unisce grazie alla condivisione di una quotidianità che la blogger si è costruita con il tempo in un periodo in cui i social iniziavano a prendere piede ma non avevano ancora il potere di oggi e lei cucinava solo per mangiare, per sopravvivere, come mediamente fanno in tanti, senza particolare trasporto o necessità. Sin da subito, però, capisce che qualcosa il lei stava cambiando perché il fatto di iniziare a cucinare e a condividere i suoi piatti con altre persone, le permetteva di ritrovare una serenità di cui aveva tanto bisogno visto il momento difficile che stava attraversando.
Un ruolo fondamentale nel suo percorso lo hanno sempre avuto le persone che sin da subito hanno iniziato a seguirla. «Sono state proprio loro a suggerirmi, dopo le prime fotografie, di aprire il primo blog di cucina. E così è nato tutto. È nato come un salvagente, come risposta alle persone che così con fiducia, senza sapere chi fossi, hanno iniziato a seguirmi. Lì ho iniziato ad appassionarmi di cucina, di fotografia e di tutto quello che ruota attorno alla mia attività oggi».
Il suo primo libro
Come il blog è partito in risposta alle prime persone che vedevano le fotografie di Carlotta su Instagram, anche il libro arriva come suggerimento da parte del pubblico della blogger. «A un libro - confida - ogni tanto pensavo, ma mi sembrava di avere già un’offerta molto ricca per chi mi segue, tra un blog costantemente aggiornato e un calendario ricco di corsi. Non avrei mai pensato di scrivere un libro di ricette e non l’ho fatto per me, per raccontarmi o “celebrare” un traguardo di tanti anni di attività, l’ho fatto per chi condivide con me la mia idea di cucina: ricette accessibili, per tutti i giorni o per occasioni speciali; piatti che paghino la vista, facciano fare bella figura se si ha qualcuno invitato, ma che siano gestibili a livello di spesa, di tempistiche e di reperimento degli ingredienti ma mai banali».
Il libro è strutturato per stagioni, con una scelta di 16 ricette per ogni periodo dell’anno suddivise in base a tematiche e non secondo il classico menù antipasti, primi, piatti principali o dolci: in primavera c’è un capitolo dedicato alle primizie, per esempio; in autunno a “L’arrivo del primo freddo” e in inverno a “Le ricette coccolose” dove si troveranno quei piatti del conforto, calde e appaganti, in vista delle giornate fredde e buie; cose come il capitolo “Il colore nel piatto” per la bella stagione.
Ricette che valorizzano il territorio
C’è grande attenzione adesso rispetto a qualche anno fa, ma ci sono ancora moltissimi prodotti locali e specialità semisconosciute: l’idea del mio libro è anche quella di fare scoprire la varietà di eccellenze che anima il nostro territorio.
Uno degli aspetti molto cari a Carlotta quando si parla di “filosofia” della sua cucina e del suo lavoro, è sicuramente l’attenzione che pone agli ingredienti e al territorio. È anche un ingrediente a ispirare le sue ricette, che vengono create in modo sartoriale attorno a questo o quell’ingrediente, facendo diventare così le sue ricette un mezzo per promuovere un territorio quello della Svizzera italiana vivo di eccellenze, persone e prodotti che vale la pena scoprire e fare scoprire. «Negli anni, grazie al lavoro che faccio, ho avuto la possibilità di conoscere tantissimi produttori e con tutti ho instaurato un’intesa che va al di là del rapporto consumatore-produttore; ho trovato, dunque, fosse interessante non limitarsi a indicare un ingrediente nella ricetta, ma lasciare spazio proprio a chi quel prodotto lo fa, lo coltiva, lo cura. Solo così, secondo me, il lettore si incuriosisce davvero».
Tutte piccole realtà quelle scelte da Carlotta nel suo libro di esordio, con la parola di persone - come precisa lei stessa - che meritano di essere conosciute per il lavoro che fanno. «Quando si resta nella dimensione locale e si va alla ricerca di un ingrediente autentico, tutto ha un valore diverso e un peso diverso: il produttore è una persona con una storia, un’idea precisa di vita, da abbracciare e condividere. Sono convinta che una bella persona faccia un buon prodotto perché mette la sua essenza nel suo lavoro, è una persona che si è anche guardata dentro, che si è messa in discussione e si è messa in gioco e di conseguenza, nel momento in cui ci si mette in discussione, sei spronato a migliorare sempre. E questo non solo nella tua vita, ma anche in quello che fai o produci».
Un credo quello di Carlotta verso i prodotti autentici e locali che porta avanti con passione sin dall’inizio, soprattutto nei suoi corsi, senza accordi commerciali o di promozione; un aspetto, questo dell’indipendenza, che la blogger luganese tende a sottolineare con orgoglio: «soprattutto se penso al mondo dei blog, una cosa di cui vado molto orgogliosa è che non mi sono mai legata in nessun modo a dei rapporti di sponsorizzazione, questo mi ha permesso di essere sempre libera, di poter utilizzare i prodotti in cui ho sempre creduto o credo o che scopro e di conseguenza chi mi segue sa che se parlo di una farina, di un formaggio e di un vino lo faccio perché l’ho comprato, perché l’ho provato e perché mi è piaciuto».
L’autenticità di “Carlotta e il bassotto” dagli esordi a oggi
Vorrei che le mie ricette si sedessero a tavola con i miei lettori, che diventassero quelle certezze da consultare, di anno in anno, secondo le stagioni. E spero che i miei libri diventino sgualciti, un po’ unti, un po’ sporchi, perché vorrà dire che verranno utilizzati.
Un mondo, quello del food blogging e delle ricette online e suoi social, che ha visto una crescita esponenziale negli anni con una vera e propria inflazione di immagini, persone e contenuti, sfociando nel famoso “food porn”; un terreno fertile, dunque, per le mode e per il veloce cambiamento dei trend che richiede una costante ricerca e obiettivi chiari sul tipo di comunicazione che si vuole fare: «Quello che rende sempre attuale il mio mestiere, per quel che mi riguarda, penso sia la mia autenticità. Sono cresciuta e sicuramente migliorata e lo si vede anche banalmente dalle fotografie, perché le prime venivano scattate con il telefonino senza prestare attenzione alla luce, mentre negli anni tutto questo ha seguito un’evoluzione, ma sono sempre rimasta fedele alla mia idea di cucina, al mio modo di intendere il cibo, in modo totalmente autonomo e senza seguire mode o accontentando richieste».
Un lavoro fatto di continua ricerca sotto tutti gli aspetti, che ha permesso a Carlotta di non essere “effimera” ma di proseguire in modo concreto perché le sue ricette parlano di spunti, impulsi, sensazioni e realtà che vuole toccare con mano. Un mondo che si traduce nelle sue ricette che nascono per una serie di fattori che si mettono in moto e vanno a convergere tutti nella stessa direzione, affinché quando la ricetta verrà scritta, sia funzionale e nasca da un’esigenza non da una moda del momento: «Questo vuol dire che non si compra un ingrediente perché di moda e si propone una ricetta di conseguenza, come purtroppo la tendenza del momento impone. Avete visto quante ricette fatte con soli due ingredienti e in 2 minuti? Questa è una cosa che mi irrita, perché per cucinare qualcosa di buono non dico che si debbano passare giornate intere in cucina, però bisogna avere la consapevolezza che un attimo bisogna prenderselo, bisogna focalizzare quello che si cucinerà e la spesa deve essere fatta in maniera consapevole. Le nuove generazioni pensano che davvero la lasagna sia fatta con due ingredienti in 5 minuti e mi dispiace perché soprattutto in un pubblico molto giovane, queste ricette spesso si perdono o si snaturano. Se non si ha il tempo di fare un piatto come si deve, piuttosto si sceglie di fare un’altra cosa e non di banalizzare un piatto impoverendolo. Lo trovo terribile» - e sorride, salutandoci con quel fare rassicurante e accogliente anche quando si toglie qualche sassolino dalla scarpa...