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Rohingya e genocidio

Un binomio non da escludere secondo l'alto commissario dei diritti umani dell'ONU - "Hanno subito una serie di violenze in Myanmar"

  • 5 dicembre 2017, 13:09
  • Ieri, 03:22
Vita da profughi, un'anziana donna obbligata a lasciare la sua casa

Vita da profughi, un'anziana donna obbligata a lasciare la sua casa

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"Considerando le discriminazioni sistematiche, le torture, la distruzione dei villaggi (…) è forse possibile negare la presenza di possibili elementi di genocidio?".

E’ questa la domanda retorica fatta da Zeid Ra’ad al Hussein a Ginevra parlando del trattamento riservato ai rohingya in Myanmar e più precisamente nello Stato di Rakhine. L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo ha ricordato le 626'000 persone di questa minoranza musulmana che sono state obbligate a lasciare il paese e trovare una nuova sistemazione precaria nel vicino Bangladesh.

Nel suo lungo intervento, dove ha ripercorso l’intera vicenda, ha ringraziato Dacca per l’accoglienza riservata ai profughi e ha chiesto al Governo birmano di rilasciare immediatamente un permesso di accesso nel Rakhine ai funzionari ONU: "Se le autorità non hanno nulla da nascondere”, ha sottolineato, “devono permettere a osservatori imparziali di valutare la situazione direttamente sul posto".

AFP/AlesS

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