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La strage dei negozi

Negli ultimi 10 anni la Svizzera ha perso 2'800 commerci. Il Ticino in controtendenza (+252)

  • 13 dicembre 2019, 15:20
  • 22 novembre, 20:26
Via Nassa a Lugano

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  • Ti-Press

Il commercio al dettaglio - online escluso - è in fase di contrazione in Svizzera: in 10 anni sono stati chiusi 31'400 negozi e ne sono stati aperti 28'600 con una flessione di 2'800 unità. Lo rivela uno studio di CRIF, società attiva nel campo dei controlli di solvibilità.

A livello nazionale gli anni fra il 2009 e il 2015 hanno registrato un calo netto di punti vendita: nel 2016 vi è stata invece una ripresa, confermata anche nel 2017 e nel 2018. Ma quest'anno si è registrato nuovamente un forte divario fra chiusure (2'900) e aperture (2'300) di attività.

Il maggior numero di chiusure è stato osservato per i negozi di abbigliamento (2'000), le edicole (1'700), i generi alimentari (1'400), le apparecchiature informatiche (1'400), gli articoli sportivi (1'100) e fiori e piante (1'000).

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CCL obbligatorio per la vendita

Il Quotidiano 09.12.2019, 19:00

Il Ticino - che dal 1 di gennaio, grazie alla nuova legge, avrà mezz'ora in più di apertura serale - è in controtendenza. E vi si osserva la maggiore progressione netta, con 1'418 cessazioni e 1'670 fondazioni di attività (+252).

ats/joe.p.

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