“Siamo aperti da giovedì e abbiamo già fatto 80-90 coperti, quindi un buon inizio”. A dirlo è Marco Del Bello, gerente della capanna Prodör, situata a 15 minuti a piedi da Carì, in Leventina. Qui i pasti di mezzogiorno garantiscono una buona fetta delle entrate, ma al momento i pernottamenti invece scarseggiano: “Abbiamo avuto quattro persone – una famiglia – che abbiamo sistemato in una camera, ma per i prossimi giorni e settimane non ci sono riservazioni. La gente ha un po’ di paura in relazione ai pernottamenti.”
Lo sguardo è rivolto in avanti, ma qui come in altre capanne, la riapertura ha imposto un lavoro preparatorio non indifferente. “Abbiamo distanziato tutti i letti garantendo la misura di 2 metri, quindi ad esempio in una camera da 12 ora i posti sono solo 4” spiega ancora Del Bello. In totale alla capanna Prodör si è passati da 42 a 20 posti letto e si calcola che ogni struttura ne perda circa la metà. Senza contare il lavoro supplementare legato all’igiene: “Ogni volta che la gente lascia un tavolo dobbiamo pulirlo e disinfettarlo, panchine comprese, così come con maniglie, letti, scalette…praticamente tutto, in una giornata passiamo dalle 2 alle 3 ore a pulire”.
Ma ci sono obblighi anche per gli escursionisti: la prenotazione è sempre obbligatoria come pure l'uso del proprio sacco a pelo e dell'asciugamano e i rifiuti prodotti vanno riportati a valle personalmente.
Non solo i gestori sono chiamati al rispetto delle regole
Nelle capanne custodite e facilmente raggiungibili non si temono particolari problemi, qualche preoccupazione in più la destano invece i luoghi più discosti e alle quote più alte: “Purtroppo – commenta il vice presidente dell’UTOE Pizzo Molare Massimo Lombardi – ci sono capanne dove potrebbero esserci maggiori problemi, e penso alle strutture in alta montagna, dove si cerca comunque di mantenere un certo standard d’igiene, ma farlo è sicuramente più complicato”.